America's Cup 36

America's Cup 36

Coppa America: 5-3 per i neozelandesi, forti, bravi e fortunati

Sport

16/03/2021 - 08:20

Dopo lo stop di ieri per bonaccia, le regate sono riprese ad Auckland, sempre con vento leggero e instabile, il vero protagonista della seconda regata. Luna Rossa ha dimostrato grande abilità nelle partenze, vinte entrambe, ma ha subito le migliori performance di Te Rehutai, la barca di ETNZ, e una bella dose di sfortuna nella seconda prova, quando un buco di vento ha fermato il foiling di Luna Rossa nell’approccio all’ultima boa. La notizia, non buona per Luna Rossa, è che Te Rehutai sembra aver ingranato una marcia in più, per cui agli italiani non resta che attaccare in partenza e cercar di controllare un avversario che ha sufficiente velocità in più da poter sfuggire alle marcature. L’augurio è che Luna Rossa possa trovare un set up sufficiente a colmare il gap prestazionale con ETNZ.

Race 7

Luna Rossa entra da sinistra seguita poco dopo dall’AC75 di Emirates Team New Zealand timonato da Peter Burling, che accede nel campo di regata, stavolta l’Echo, da destra. Il vento è fra i 10 e gli 11 nodi. Partenza molto buona da parte di Luna Rossa che riesce ad accelerare bene trovando un “time on distance” perfetto sulla linea. Team New Zealand inizia subito ad attaccare in bolina dimostrando grande velocità e avvicinandosi pericolosamente, fino a 40 metri, ma Luna Rossa si difende e copre sempre anche se i numeri della telemetria la danno in leggera inferiorità di velocità VMG. Alla prima boa il gap è di soli 8 secondi, che dopo la prima poppa diventano 10 grazie alla corretta scelta del pozzetto italiano: piuttosto che marcare gli avversari ha cercato la miglior pressione di vento per sviluppare maggiore velocità e soprattutto un migliore VMG.

Ma è all’inizio della seconda bolina che si decide tutto: Luna Rossa sceglie di restare sul lato favorevole a sinistra, mentre ETNZ, velocissima al giro di boa, splitta a destra effettuando il primo sorpasso di questa America’s Cup – sinora la barca davanti al primo incrocio aveva sempre vinto - di velocità pura, fino a due nodi in più e presentandosi poi mure a dritta, dunque con diritto di rotta, all’incrocio con Luna Rossa. A quel punto non c’è stato più scampo per il pozzetto di Luna Rossa che si è trovato costretto a virare prima dell’incrocio, andando inesorabilmente in difficoltà per l’immediata copertura di Burling, pronto a marcare immediatamente ogni mossa degli italiani.

Difficile dire come avrebbe potuto svilupparsi la regata se Luna Rossa avesse coperto subito ETNZ virando verso la destra del campo. Probabilmente il tempo perso in una manovra effettuata leggermente sotto alla velocità ideale non ancora raggiunta avrebbero comunque consentito alla barca avversaria di sfuggire alla copertura. Non solo: su Luna Rossa si saranno certamente resi conto di avere un piccolo deficit del mezzo, per cui hanno correttamente cercato di sfruttare il vantaggio del lato sinistro del campo, verso cui il vento era in rotazione.

A questo punto la regata è stata segnata perché ETNZ ha dimostrato un vantaggio in termini di velocità, in qualsiasi andatura. Inesorabilmente il vantaggio è così cresciuto di virata in virata, di boa in boa, fino a dar loro la tranquillità di 48 secondi di vantaggio all’ultima boa, quella che ha portato al sesto lato della manche, di poppa, terminato con una cavalcata trionfale per i neozelandesi, vincenti alla fine con 58 secondi e oltre un chilometro di vantaggio sugli italiani. Difficile valutare se il tempo offerto dalle mancate regate di ieri sia stato di vantaggio ai kiwi per trovare un nuovo set up più efficace e se la marcia in più vista oggi possa rimanere tale anche in condizioni di vento leggermente mutate.

Race 8

La regata inizia con vento calato fra i 9 e i 10 nodi in partenza ma, soprattutto, calato a 7 al gate di bolina. Stavolta entrano prima i neozelandesi seguiti dagli italiani che una volta varcato il box di partenza cercano subito la poppa degli avversari. La barca italiana vince anche la seconda partenza costringendo i neozelandesi, , grazie a una maggiore velocità al via, a virare per non farsi sfilare da sottovento. Subito la distanza laterale diventa significativa ma gli italiani riescono a mantenere la prua avanti al primo incrocio.

Ancora una volta la distanza laterale cresce rapidamente ma con essa anche il vantaggio italiano, premiato dalla scelta di cercare il vento sulla parte destra del campo di regata. ETNZ sembra sempre costantemente più veloce della barca azzurra che però si avvantaggia grazie a una strategia impeccabile. Vento in calo a 8 nodi, 16 secondi il vantaggio alla prima boa. La poppa parte con il pozzetto italiano che cerca di difendersi e ETNZ che attacca la barca italiana fino ad arrivare a una decina di metri da Luna Rossa. Ma qui avviene un errore di Burling che stramba in modo apparentemente corretto su barche tradizionali, ma che lo fa cadere dai foil. La causa è stata probabilmente determinata dalla scia di turbolenza di Luna Rossa unita a quella stessa di ETNZ una volta completata la manovra. I kiwi si ritrovano in dislocamento a cercare di riprendere il volo, mentre il vantaggio di Luna Rossa superava il miglio, circa due chilometri.

Ma le sorprese non sono finite e oggi abbiamo avuto la prova di quanto sia vero he le regate si vincono sul traguardo. Il vento cala ancora, sotto ai 7 nodi e in prossimità della boa al termine della seconda bolina, la barca italiana spancia anch’essa in una condizione di dislocamento. Suspense ai massimi livelli anche perché i neozelandesi cominciano inesorabilmente a recuperare terreno mentre Luna Rossa resta impantanata in acqua, stavolta per minuti. Bravi i neozelandesi che, facendo tesoro di quanto visto accadere agli italiani, riescono a mantenere la barca in volo sacrificando VMG, percorrendo quindi molta più strada per arrivare alla boa, pur di tenere la barca veloce sui foil. Nel giro di due minuti avviene il recupero e con esso il dramma sportivo degli italiani, con la barca che ritorna in volo solo dopo una lunga serie di tentativi, anche ben fuori dal boundary e dunque accumulando penalità, ma stavolta sono loro a inseguire a oltre due chilometri di distanza. La prova viene accorciata di un lato, ma ormai è senza storia: i kiwi vincono per distacco, 3 minuti e 55 secondi di distacco, il maggiore visto fin qui all’America’s Cup, che però non fa testo in condizioni di marginal foiling come quelle sperimentate oggi.

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