Stefano Bertazzoni, Xenta: al Mets con X-Aid

Accessorio

14/11/2022 - 08:00

Era il 2004 quando due “visionari”, Lorenzo Mongiardo e Stefano Bertazzoni, lanciarono il joystick di manovra, una tecnologia che prima non c’era e invece oggi sempre più richiesta su barche e yacht. "Semplificare le manovre d’ormeggio, rendere facile ciò che sembra impossibile", con questa mission nasce Xenta, presto cresciuta e focalizzata su un obiettivo più grande: mettere chi è ai comandi nella condizione d’integrarsi meglio con la sua barca, di poter sfruttare al massimo le potenzialità del suo scafo, di vivere un’esperienza di conduzione assolutamente godibile, sicura, utile e per tutti.

Da sinistra, Stefano Bertazzoni e Lorenzo Mongiardo, fondatori Xenta, assieme a Stefano Tinti, direttore commerciale dell'azienda

A quasi vent’anni dal lancio del suo Joystick, Xenta offre oggi un pacchetto completo di tecnologia per applicazioni nautiche e navali, che comprende sistemi di guida integrati, timonerie intelligenti, joystick di manovra e di governo, manette elettroniche per il controllo dei motori, sistemi di attuazione per il comando dei timoni, eliche di manovra (thruster) e sistemi di flap per l’ottimizzazione dell’assetto.

Causa crescita del team, arrivato a una quarantina di unità, e delle richieste del mercato, Xenta si è dotata di un nuovo moderno quartier generale a due passi dall’aeroporto di Roma Ciampino e a uno dall’asse autostradale Milano Napoli, dedicando l’intera precedente sede ai soli reparti produttivi.

Recentemente Xenta ha toccato quota 4.500 installazioni effettuate, un numero che se applicato a quelli della nautica, è un dato significativo, che sa di successo. Ma è significativa anche la barca che ha portato l’azienda romana a raggiungere il traguardo, il Baglietto costruzione C10236.

Con Stefano Bertazzoni - oggi in Xenta riveste il ruolo di Chief Technical Officer, mentre Lorenzo Mongiardo, l’altro fondatore, è il CEO dell’azienda - siamo partiti a parlare proprio da questa notizia.

PressMare - Dopo aver scalato le classifiche nel mercato dei motoryacht entro i 24 metri di lunghezza, Xenta sembra sempre più lanciata verso quello dei superyacht: l’impressione è quella giusta?

Stefano Bertazzoni - La nostra tecnologia può essere applicata su ogni tipo d’imbarcazione, motore o vela, a qualsiasi tipo di scafo in termini di costruzione e forma, qualsiasi siano le sue dimensioni.

PM - Propulsioni in inea d’asse, eliche di superficie, pod…

SB - Sì, ma anche waterjet e teoricamente pure i fuoribordo e gli entrofuoribordo, anche se al momento non siamo interessati a entrare in quei mercati…

PM - Qualche mese fa c’è stata la presentazione del primo esemplare di Benetti B.Yond. Abbiamo visto Xenta anche su quello yacht “ibrido”, motorizzato da un sistema diesel elettrico. Vi state specializzando anche in quel tipo di applicazioni?

SB - Xenta e Siemens Marine hanno recentemente siglato una partnership relativa ai sistemi di propulsione che Siemens installa sulle navi da diporto prodotte in Italia. Xenta fa in modo che in qualsiasi modalità di funzionamento si usi la barca, al comandante sia garantita una gestione estremamente semplice del sistema di propulsione. La stessa tecnologia Xenta è anche a bordo del Baglietto C10238 e Rossi Navi FR47, che adottano sempre i sistemi Siemens.

Il Riva Iseo nella versione EL

PM – Siete anche su barche solo elettriche?

SB – Certo e da un po’. In questi anni abbiamo fatto tutta l’esperienza necessaria in termini di ricerca e sviluppo ma anche pratica, con i tanti progetti portati a termine, che ormai non c’è cosa che si sia già fatta. A proposito di elettrico e di eliche di superficie, qualche anno fa abbiamo lavorato con Anvera per il suo E-Lab, prototipo di una imbarcazione planante mono carena, costruita interamente in fibra di carbonio che ha partecipato al Solar & Energy Boat Challenge di Monaco. Più recentemente abbiamo lavorato a un progetto tecnicamente interessante che a livello personale, da uomo appassionato di mare e di barche, dà ancora più soddisfazione perché il cantiere, le sue barche le sognavo da ragazzo: si tratta del nuovo modello Riva Iseo totalmente elettrico presentato a Cannes 2022 dal Gruppo Ferretti.

PM – Qualcuno vi chiama gli specialisti nella gestione dei sistemi propulsivi con eliche di superficie…

SB – Hanno ragione solo in parte perché in realtà siamo divenuti specialisti di ogni propulsione. Forse molti ci accostano ai sistemi supercavitanti perché l’effetto che ha la tecnologia Xenta sulle eliche di superficie, notoriamente difficili da gestire senza l’ausilio dell’elettronica, soprattutto in manovra, è quello più eclatante. Vedere uno yacht con quelle propulsioni che grazie ai sitemi Xenta manovra dentro a una marina come e meglio di una barca con i fuoribordo, è sicuramente una cosa particolare, per molti strabiliante.

In questo ambito abbiamo fatto tantissima esperienza, questo è vero, soprattutto con Pershing, l’emblema del motoryacht ad alte prestazioni, ma anche con altri cantieri che utilizzano lo stesso tipo di propulsioni. Da qualche tempo lavoriamo anche con Arneson, certamente il più blasonato dei marchi che ci sono nel settore, ma siamo ovviamente aperti a qualsiasi ulteriore collaborazione. Proprio con Arneson siamo coinvolti in un progetto molto importante del cantiere olandese Vanquish, cioè il VQ115 Veloce. Quasi 35 metri di lunghezza, sarà la loro ammiraglia ma anche la barca che contano di far divenire il superyacht più veloce al mondo fra quelli dotati di eliche di superficie, oltre i 50 nodi.

PM - Quanto è positivo il momento di Xenta?

Su molti aspetti lo è parecchio. Se parliamo di mercato, come per la stragrande maggioranza delle aziende che operano nel settore, per noi il momento è molto favorevole. Nell’ultimo anno siamo andati ben oltre le 200 installazioni e a maggio abbiamo battuto il nostro record di fatturato su scala mensile, che penso contribuirà a stabilire un nuovo limite anche su base annuale, facendo registrare un aumento che stimiamo del 25%. Abbiamo partnership molto forti con alcuni dei principali protagonisti delle costruzioni nautiche “seriali”, molti armatori e altrettanti comandanti hanno imparato a conoscere i nostri sistemi integrati e li richiedono ai cantieri.

PM – Però soffrite come il resto della filiera nautica sui materiali, materie prime, componenti…

SB – È il rovescio della medaglia di questo momento, che lo rende abbastanza assurdo, per noi e per tutti. Facciamo una fatica enorme a trovare componenti. Il mercato è diventato irragionevole, gli ordini che facciamo vengono improvvisamente cancellati, i prezzi vengono rialzati al momento della consegna. In questo momento quello della componentistica è un mercato veramente senza regole. Noi alla fine ce la caviamo perché siamo tutto sommato piccoli, i nostri ordini sono per centinaia di pezzi che alla fine riusciamo a reperire, con sovrapprezzi esagerati, con difficoltà, però li gestiamo, ma penso ai problemi di chi deve produrre 100 mila o più pezzi, per loro il problema diventa gigantesco.

PM – Che aumenti ha avuto la componentistica elettronica?

SB - Spesso il 100% in più ma in alcuni casi è andata anche molto peggio. Rispetto alle difficoltà iniziali di approvvigionamento, c’è stata anche molta speculazione, molti hanno approfittato per far lievitare i prezzi oltre ogni ragionevole vera motivazione.

PM – Anche voi, di conseguenza, avete dovuto adeguare i listini…

SB – È stato inevitabile e probabilmente, se lo stato del mercato resta questo, saremo costretti a rimetterci mano. Tutti stiamo cercando di fare magazzino, proprio per ridurre al minimo gli effetti a breve e a medio termine, anche i nostri clienti, ma questo non basta. Magari per un solo componente da pochi centesimi che manca, accumuliamo ritardi sulla produzione.

PM - Anche il vostro organico è aumentato…

SB - Non quanto vorremmo. Altro problema che stiamo vivendo quotidianamente è trovare personale qualificato, difficile almeno quanto trovare i componenti ed è un grosso limete che in questo momento sta soffrendo tutta la nautica. Vorremmo sensibilizzare i giovani, perché quella delle costruzioni nautiche e navali è un’opportunità concreta che viene offerta per il loro futuro, e per farlo siamo anche andati a parlare con loro nelle scuole e con chi forma questi ragazzi, pronti a dare supporto.

Stefano Bertazzoni all'istituto nautico ITTL Marcantonio Colonna di Roma

PM – Quali figure professionali cercate?

SB – Sostanzialmente tecnici e ingegneri, sviluppatori elettronici e di software. Chi fa software “embedded” ormai è ormai una chimera, si mormora che esistano ma è difficilissimo trovarli. Poi nell’aera romana è ancora più difficile, perché c’è stato un forte boom del militare e nell’hinterland della capitale ci sono diversi colossi e aziende a essi collegate, che lavorano in quel settore e hanno fatto letteralmente man bassa di certe figure professionali.

PM – L’anno nautico 2023 è ormai alle porte: a quali saloni nautici parteciperete e quali saranno le novità che presenterete.

SB – Apriremo la nostra stagione dei saloni a Cannes, come al solito, e come sempre saremo al Salone Nautico di Genova, che sta diventando sempre più interessante per il contatto col grande pubblico degli armatori. Penso che in prospettiva, già dall’edizione del 2023 quando il lay-out del Salone sarà quasi definitivo, ha tutte le carte per divenire un riferimento assoluto in termini di boat show. Poi siamo come da tradizione a Ft Lauderdale, in Florida, quindi andremo al Mets, la nostra fiera di riferimento.

PM - Cosa presentate al Mets?

SB - Il sistema X-AID che abbiamo sviluppato in collaborazione con il Gruppo Ferretti. Integrando la gestione di motori, timoni ed eliche di manovra, ha la capacità di contrastare vento e corrente, controllare l’abbrivio dello scafo, in modo da rendere l’uso del joystick ancora più efficace, sicuro e intuitivo.

Angelo Colombo

Ferretti Yachts 670

PREVIOS POST
Vetroresina, altamente inquinante e non riciclabile: ecco la soluzione
NEXT POST
Barche usate, le schede di Gino Ciriaci: l’Intermare 43