Vasco Buonpensiere, cofondatore e Ceo di Cantiere delle Marche

Vasco Buonpensiere, cofondatore e Ceo di Cantiere delle Marche

Buonpensiere (CdM): “Per la nuova generazione di armatori la vera sfida sono i servizi a terra”

Superyacht

26/08/2025 - 13:00

Riccardo Masnata per PressMare ha incontrato Vasco Buonpensiere, cofondatore e Ceo di Cantiere delle Marche per discutere di design, mercato e di cosa cercano i nuovi armatori “billionaire” in uno yacht.

Press Mare - Partiamo dal design: Cantiere delle Marche può essere definito come un ‘cantiere di nicchia’, che ha ben identificato il proprio armatore tipo. Nel segmento explorer, di cui siete leader, quanto conta il design? E’ un elemento decisivo nella scelta dell'armatore?

Vasco Buonpensiere - Noi siamo un po' stati pionieri di un concetto. Una volta l'explorer era una tipologia di barca che derivava dal mondo del naviglio mercantile, un rimorchiatore refittato, come le nostre prime barche, i Darwin. Siamo poi riusciti a far capire che in realtà il concetto di explorer si lega a come è costruita la barca, quello che può fare. Non deve insomma  assomigliare a un'altra barca: è l'explorer. Quando abbiamo sviluppato questo concetto, all'inizio con i Nauta Air, abbiamo fatto vedere che con uno yacht che non sembra una barca da lavoro puoi girare il mondo anche se è cento piedi di lunghezza.

CdM One-off Babbo

PM – Un cambio di prospettiva, quindi.

VB – Sì. Così si è successivamente aperto un mondo, si sono avvicinati armatori che avrebbero voluto la barca per fare il giro del mondo, e avrebbero voluto lo yacht indistruttibile, super affidabile, ma magari non lo acquistavano perché non era esteticamente piacevole, non rappresentava gli stilemi classici della ‘bella barca’. Quando abbiamo spiegato che l'explorer poteva anche essere progettato bene anche dal punto di vista del design, si è aperto completamente un mercato e da lì abbiamo cominciato a fare la linea RJ, disegnata da Francesco Paszkowski, poi abbiamo avuto il 45 metri Tremenda che abbiamo varato pochi mesi fa, disegnato da Giorgio Maria Cassetta, cioè barche che hanno un design deciso, linee lontane dalle barche ‘da lavoro’.

PM - E negli interni?

VB - Questo trend è avvenuto anche all’interno degli yacht, non è un caso che oggi lavorino con noi nomi come Winch Design, Terence Dinsdale, Achille Salvagni, alcuni fra i più grandi designer del mondo. Una volta aperta quella porta si è capito che l'explorer non è solamente lo yacht per i ‘duri e puri’ che vanno in giro per il mondo. La definizione che mi viene meglio è che l'explorer è una barca simbolo di libertà, perché con l'explorer tu fai quello che vuoi, con un white yacht fai quello che la barca ti permette di fare, quindi decide lei le tue vacanze. Con l’explorer invece governi tu, in tutti i sensi.

CdM One-off Project T

PM - Facciamo un passo indietro. Vi è talmente chiaro il tipo di target di armatore a cui vi rivolgete che avete chiuso l'anno scorso con 12 vendite, un primato per il cantiere. Sono risultati possibili anche quest'anno?

VB - No, io penso che quest'anno non raggiungeremo quel livello, anche perché ora abbiamo consegne programmate per molti anni a venire.

PM - L'order book è completo fino a quando?

VB - Cominciamo a vendere per il 2029 in questi mesi, quindi avremo per forza un rallentamento nelle vendite. Soprattutto sulle barche più piccole l'armatore non è disposto ad aspettare quattro anni, in più alcuni cantieri cominciano ad avere disponibilità di barche ‘on speculation’ che entrano sul mercato anche a prezzi più aggressivi, quindi mi aspetto un rallentamento, anche se la domanda per questo tipo di prodotto resta sempre molto alta.

Cdm Flexplorer 146 Maverick

PM - Come cambiano le richieste, specie dei nuovi billionaire, in particolare quelli americani? Sta cambiando la modalità di fruizione della barca?

VB - La caratteristica comune per tutti questi armatori è che la barca abbia la possibilità di farli allenare, di fare una vita molto salutare. Prima la vita in barca era soprattutto dedicata al piacere, come mangiare o bere a bordo in compagnia degli ospiti: ora la caratteristica comune è dove poter fare yoga, fare la sauna, fare il bagno nel ghiaccio e cose simili. Queste persone hanno nella propria routine l'allenamento, la meditazione. La seconda cosa è la possibilità di utilizzare la barca per fare attività a terra, esperienze molto elitarie anche per quel tipo di seguito. Per questo che abbiamo creato un progetto integrato, l’offerta di una serie di servizi a terra che consenta ad armatori ed ospiti di usare moto da enduro, mountain bike, sci ecc per escursioni e attività di altissimo livello appositamente progettate. Sono tutte esperienze legate all’attività fisica, che prevedono l’utilizzo di oggetti che naturalmente non si possono stivare a bordo. 

PM – Parliamo di sostenibilità, in cantiere e a bordo. Come la declinate?

VB – Io dico che la sostenibilità è bella se uno se la può permettere. Esiste una figura professionale nuova, il cui nome è ‘sustainable material manager, che si occupa di verificare che ogni componente che arriva a bordo sia prodotto in maniera etica, che sia riciclabile ecc.. fa cioè un check completo. Ogni materiale ha una scheda che racconta la propria storia così l'armatore può decidere se è di suo gradimento. Questo manager può essere un consulente del designer o dell’armatore, deve avere una conoscenza molto approfondita dei materiali.

Cdm RJ115 Pazienza

PM – Questo però avrà un incremento sui costi, per l’armatore.

VB – Sì, ma consideriamo non solo i prodotti ma anche le attività che sono collegate ai materiali, le modalità con cui li lavori, perché magari devi utilizzare tecniche che tu cantiere o i tuoi subappaltatori non hanno mai utilizzato, pensiamo alle colle adesive, che nessuno mai cita. Parliamo quindi anche di processi, non solo di materiali.

PM – Visto l’order book così pieno, pensate o avete necessità di espandervi in senso fisico, intendo come facilities?

VB - No, abbiamo da poco acquisito un'area all'interno del porto di Ancona ma per ora ci fermiamo anche se la domanda ci consiglierebbe di aumentare l’offerta per avere consegne più brevi: perderemmo però in qualità.

CdM RJ 130 Nuri

PM – Del resto avete sempre preferito una politica di crescita progressiva, giusto?

VB - Noi diciamo sempre che non vogliamo diventare più grandi, vogliamo diventare migliori. Se diventiamo migliori il cliente è disposto a pagare di più, e se è disposto a pagare di più possiamo fare lo stesso profitto che avremmo fatto vendendo un numero maggiore di barche, ma in maniera meno sostenibile.

Riccardo Masnata

©PressMare - riproduzione riservata

PREVIOS POST
Dinamismo al massimo in Officina Italiana Design
NEXT POST
Ambrogio Beccaria in partenza per la terza tappa su Allagrande Mapei