Rubberfil: Il METS un trampolino per le nuove poltrone timoneria
AMSTERDAM – Ivan Benvenuti, chief operating officer di Rubberfil, è un veterano del METS ma l’azienda di Pianezza (Torino), che fa parte del gruppo Trinchero, era alla sua prima partecipazione al salone olandese.
La scelta è stata quella di presentare i nuovi prodotti, nello specifico sedili timoneria 100% Made in Italy, alla principale rassegna dell’accessoriato nautico mondiale. Press Mare lo ha intervistato nello stand dell’azienda.
Quali sono le novità che Rubberfil ha presentato ad Amsterdam, qual è la vostra strategia commerciale?
Il concetto era quello di trovare un'occasione per lanciare i prodotti e il nuovo marchio nel settore nautico. L’azienda già esisteva sotto la direzione di Matteo Trinchero e si occupa di automotive, producendo capote da oltre vent'anni. Nel 2024 ha deciso un rebranding per presentarsi al mercato dei sedili pilota per la nautica, cogliendo l'occasione del METS per lanciare sia i prodotti che il nuovo marchio.

PM - Che tipo di prodotti proponete?
IB - I prodotti sono divisi per linee. Abbiamo una linea Compact per imbarcazioni da 36 a 60-70 piedi, poi la linea Premium, sedili per barche oltre i 60 piedi con un'ergonomia più confortevole, più vicini al concetto di “poltrona”, poi Sport Line, di ispirazione automobilistica e sportiva, Modula Line, con sedili multiposto per pilota e copilota ed infine la Exclusive Line ossia la produzione in esclusiva completamente custom su progetto fornito dal cliente o sviluppato in co-design. Qui al METS abbiamo lanciato due sedili della linea Compact e due della linea Premium.
PM - Venendo da un altro settore industriale come quello automobilistico, dove le logiche e i numeri sono molto diversi, quali sono le difficoltà nel progettare prodotti specifici per l'utilizzo in mare?
IB - Le differenze sono veramente enormi. Sull'auto la posizione di guida è completamente diversa, bisogna rispettare il punto H, avere degli allungamenti delle gambe per arrivare alle pedaliere, tiri cintura e quant’altro. In barca queste cose non esistono, i sedili nautici tendono a essere tendenzialmente più verticali rispetto a quelli automotive.

PM – Questione soprattutto di spazi, più ampi in barca?
IB – Sì, ma c'è anche un discorso di praticità: la maggior parte dei nostri sedili ha la ribalta per la guida in piedi, braccioli, poggiapiedi e piedistalli per la regolazione in altezza. A livello estetico invece abbiamo pensato di avere un'attenzione particolare nel nascondere tutti i meccanismi, che è una cosa molto gradita dall'armatore: il sedile deve essere anche un pezzo di arredamento.

PM - Quindi il sedile per la nautica deve avere caratteristiche di design più spiccate?
IB - Sì ma senza esagerare perché deve essere funzionale e soprattutto si deve adattare allo stile di design di tanti cantieri: bisogna pensare a un sedile che non debba essere protagonista all'interno di una strumentazione di bordo, ma si deve integrare al suo interno. Per quanto riguarda lo sviluppo di stile collaboriamo in co-design con Francesco Struglia, da molti anni nella nautica come yacht designer. Per i materiali di rivestimento attingiamo direttamente dai magazzini della Trinchero per essere più competitivi, ma abbiamo altre partnership con Serge Ferrari (tessuti), Spradling (finte pelli) e Penelopeoggi (pelli).
L’ambiziosa Rubberfil ha inaugurato quest’anno il modernissimo stabilimento di Pianezza, a ovest di Torino, di cui Benvenuti è plant manager: l’azienda parteciperà anche al prossimo SeaQuip di Milano, a marzo, dove presenterà in anteprima un nuovo sedile della linea Modula.
Riccardo Masnata
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