Etanolo e nautica: il caso E15 negli USA e il rischio nascosto per i motori marini

Motori marini

17/12/2025 - 21:03

Negli Stati Uniti, quello dell’etanolo nei carburanti è un tema che da anni divide politica e industria. Tra le misure più controverse introdotte durante la prima presidenza Trump c’è stata l’estensione della vendita della benzina E15 per tutto l’anno: la decisione ha modificato l’applicazione del Clean Air Act, eliminando la cosiddetta Reid Vapor Pressure waiver che, fino ad allora, impediva la vendita di E15 nei mesi più caldi per limitare l’evaporazione dei carburanti e l’inquinamento da ozono troposferico. Una decisione apparentemente tecnica, ma con ricadute significative per il comparto nautico e per milioni di diportisti americani.

Che cosa significa “E10” e “E15”? La sigla “E” nei carburanti indica la percentuale di etanolo presente nella miscela: E10 significa che la benzina contiene 10% di etanolo e 90% di benzina pura; E15 innalza la quota di etanolo al 15%, riducendo proporzionalmente quella di benzina fossile.

L’etanolo è un biocarburante ottenuto negli Stati Uniti prevalentemente dal mais. È ossigenato, brucia più “pulito” e aiuta a ridurre le emissioni di CO₂ nei motori a combustione interna. Per questo il settore agricolo del Midwest ne sostiene da anni la diffusione, considerandolo una fonte di reddito stabile e un contributo alla “sicurezza energetica” nazionale.

Ma se su auto e camion moderni l’E15 non crea particolari problemi, nei motori marini lo scenario cambia radicalmente.

Le unità termiche dedicate al marine — che si tratti di fuoribordo, entrobordo o generatori di bordo — operano in un ambiente completamente diverso rispetto a quello automobilistico. Restano spesso inutilizzate per mesi, sono esposte a forte umidità e utilizzano sistemi di alimentazione più sensibili alla qualità del carburante.

L’etanolo ha infatti un comportamento igroscopico: tende cioè ad assorbire umidità dall’aria. Nel serbatoio di una barca, dove la condensa è frequente, ciò può portare al fenomeno noto come phase separation — la separazione dell’acqua dalla miscela carburante. Quando ciò avviene, la parte inferiore del serbatoio si riempie di una miscela acqua-alcol che, aspirata dal motore, può causare danni gravi e costose riparazioni.

Inoltre, l’etanolo agisce come solvente chimico: deteriora le guarnizioni, i tubi in gomma, i serbatoi in vetroresina e i materiali non progettati per sopportarne la concentrazione. Già con l’E10 si è resa necessaria l’adozione di materiali compatibili; con l’E15 i margini di sicurezza si riducono drasticamente.

Non a caso, nessun costruttore di motori marini — da Mercury Marine a Yamaha, da Honda a Suzuki o Volvo Penta — omologa i propri propulsori per l’uso con carburante E15. Tutti, infatti, raccomandano esplicitamente di non superare il 10% di etanolo nella miscela.

Fino al 2019, le vendite di E15 erano vietate durante i mesi estivi (giugno–settembre) per ragioni ambientali: l’etanolo aumenta la volatilità della benzina e, con il caldo, favorisce l’emissione di vapori nocivi. La presidenza Trump, su forte pressione delle lobby agricole, ha però abolito la limitazione stagionale, consentendo la vendita di E15 tutto l’anno.

La misura è stata salutata come un successo nel Midwest agricolo, ma ha suscitato la ferma opposizione del settore nautico. La National Marine Manufacturers Association (NMMA), insieme a BoatUS e ad altre organizzazioni di categoria, ha lanciato una campagna per sensibilizzare i consumatori sui rischi del cosiddetto misfueling — il rifornimento accidentale con carburante non compatibile.

Negli Stati Uniti molte stazioni di servizio vendono E10 ed E15 sugli stessi piazzali, spesso con etichettature poco visibili o fuorvianti. Non è raro che un diportista, convinto di fare rifornimento con il carburante abituale, scelga la pompa sbagliata.

Secondo la BoatUS Foundation, ogni anno si registrano centinaia di casi di avarie gravi legate all’uso involontario di E15: dai sistemi di alimentazione corrosi fino ai motori completamente da sostituire. I costi di riparazione possono arrivare a svariate migliaia di dollari per unità, senza considerare i rischi di sicurezza legati a panne in mare.

Per arginare il problema, l’industria ha chiesto alla EPA (Environmental Protection Agency) di imporre una colorazione o la forma differente per le pistole E15, in modo da renderle riconoscibili. La proposta, tuttavia, non è mai stata recepita a livello federale. Restano solo le etichette obbligatorie, spesso di dimensioni minime o collocate in punti poco visibili.

Molti produttori e associazioni hanno avviato campagne di informazione, distribuendo adesivi “E15 Warning” da applicare vicino ai bocchettoni di rifornimento e raccomandando di acquistare carburante solo presso stazioni che garantiscano E10 o benzina senza etanolo (E0).

In alcune marine e porti turistici la distribuzione di carburante “ethanol-free” è tornata a crescere, anche se a un costo superiore rispetto alle normali benzine stradali.

La NMMA ha inoltre creato la piattaforma Look Before You Pump, un programma di educazione rivolto al pubblico e ai rivenditori, con mappe interattive delle stazioni sicure per motori marini. L’obiettivo è ridurre il rischio di errore e promuovere una maggiore consapevolezza dei limiti tecnici dei motori nautici.

L’amministrazione Biden, pur riconoscendo i rischi per il comparto marino, aveva temporaneamente mantenuto l’estensione dell’E15 per ragioni economiche, soprattutto in periodi di rincaro del greggio. Ogni anno, tuttavia, la misura viene rinnovata con deroghe speciali, segno che il dibattito politico resta irrisolto.

Nel frattempo, il settore nautico continua a difendere la propria posizione: i motori marini, a causa del loro utilizzo discontinuo e dell’ambiente operativo, non possono essere assimilati a quelli automobilistici. La priorità, per costruttori e associazioni, resta la sicurezza dell’utenza e la protezione dei propulsori.

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