Il libro Giuseppe Garibaldi marinaio di Daniele Busetto

Il libro Giuseppe Garibaldi marinaio di Daniele Busetto

Artemare Club: Con Garibaldi in mille dal mare per la libertà

Storia e Cultura

03/05/2020 - 15:57

Nella notte fra il 5 e 6 maggio di 140 anni fa a Genova un gruppo di garibaldini si impadronivano di due piroscafi il Piemonte e il Lombardo e con altri mille al comando di Giuseppe Garibaldi partirono da Quarto verso la Sicilia. Per rifornirsi di armi e munizioni, carbone e acqua e per imbarcare altri volontari, le due navi fecero scalo a Talamone l’8 maggio e il successivo giorno a Porto Santo Stefano, dove alla fonda nel porto della Pilarella Garibaldi dette forma e consistenza al suo piccolo esercito, nominando i comandanti e gli ufficiali e assegnando compiti e incombenze. La navigazione successiva dei due vapori procedette senza problemi grazie alla rotta scelta dall’eroe dei due mondi che le aveva portate fin quasi sotto le coste tunisine per evitare navi borboniche, arrivando così a Marsala e da lì diedero inizio alla storia dell’Italia, unita e libera.

La targa ricordo alla Pilarella di Porto Santo Stefano della sosta di Giuseppe Garibaldi e i mille con i piroscafi Piemonte e Lombardo
La targa ricordo alla Pilarella di Porto Santo Stefano della sosta di Giuseppe Garibaldi e i mille con i piroscafi Piemonte e Lombardo

Tantissimi sono i libri e i film, i monumenti e le opere d’arte che raccontano di uno dei più importanti padri della nostra Patria, meno sono le documentazioni che   ricordano la sua lunga vita in mare e così Artemare Club nei giorni dell’impresa dei mille, dedicherà la sua attività di informazione pubblica e privata interamente a Giuseppe Garibardi marinaio e le molte navi con il suo nome. Vari articoli e un volume al riguardo sono stati scritti dal comandante Daniele Busetto, perché Giuseppe Garibaldi fu uomo di mare prima di ogni altra cosa e lo rimase per tutta la vita, nacque e morì al suo cospetto, il primo e il suo ultimo respiro fu aria marina e lo sguardo che volse alla vita nel lasciarla lo diede al mare. Garibaldi crebbe con l’anima di marinaio, da fanciullo sognò il suo avvenire in mare come i suoi avi della Riviera Ligure di Levante, suo padre e i suoi fratelli e volle abbracciare la carriera della gente rivierasca, salendo ogni grado della gerarchia navale. Una vita vissuta sul mare, che lo vide imbarcare su più di venti bastimenti e comandare navi armate da guerra e mercantile con carattere e sentimenti del navigatore che il mare aveva abituato a vivere pericolosamente e a non temere alcuno. Come i più grandi uomini di mare aveva imparato ad affrontare le tempeste, i marosi e la furia degli elementicon piccoli e grandi imbarcazioni e nella stessa maniera a sfidare gli eserciti con pochi o tanti uomni. Navigò con tutti i venti e su tutti i mari, ebbe a che fare anche con le tempeste del Capo Horn e con i tifoni del mar della Cina. Amava vestirsi da marinaio e parlare il pittoresco linguaggio dei naviganti, leggere il  futuro nel cielo e le costellazioni gli predissero il destino della Patria.

Il busto di Giuseppe Garibaldi a Talamone - foto di Fabrizia Martelli
Il busto di Giuseppe Garibaldi a Talamone - foto di Fabrizia Martelli

Il mito marinaro dell’eroe dei due mondi è stato sempre sentito sia dalla Marina militare sia da quella mercantile e l’onomastica navale ha visto il nome di Garibaldi apposto su molte unità come doveroso tributo all’uomo che più di ogni altro si è impegnato per l’unificazione d’Italia. Giuseppe Garibaldi è il nome della prima portaerei della Marina Militare Italiana attualmente in servizio. Dall’unità d’Italia ad oggi altre sono le unità da guerra che si sono avvicendate nella nostra Marina con il nome di Giuseppe Garibaldi. La prima a portare il suo nome fu un’elegante pirofregata dallo scafo di legno del 1860, la seconda unità “Garibaldi” fu un incrociatore corazzato varato a Genova nel 189, il terzo un altro incrociatore del 1937 dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Trieste, al suo disarmo dal suo scafo fu allestito dall’Arsenale di La Spezia un nuovo incrociatore con lo stesso nome, una nave missilistica la prima di questo tipo entrata in servizio in una marina europea. Anche diverse navi mercantili italiane hanno ricordato nel tempo il grande marinaio, nel 1861 un brigantino di Sestri Ponente di trecento tonnellate nominato “Dittatore Garibaldi”, successivamente un piroscafo “Giuseppe Garibaldi” per le linee con il Sud America e nel 1911 un’altra nave più grande “Garibaldi” sempre per le stesse rotte, poi nei decenni successivi la nostra marineria vede il nome di Garibaldi ricordato più volte, in un piccolo piroscafo di costruzione francese che assicurava il servizio con le isole della Sicilia  e anche in uno più importante adibito ai trasporti con l’Africa mediterranea, nella flotta “Lariana” ”” la motonave “Garibaldi e le Ferrovie dello Stato “un traghetto in servizio per la Sardegna.  Infine un ricordo va al “Leone di Caprera” - appellativo dato a Garibaldi – l’imbarcazione di più di 130 anni bellezza di proprietà del Comune di Milano - Museo del Risorgimento

Uno dei lavori del comandante Daniele Busetto
Uno dei lavori del comandante Daniele Busetto

Il comandante Garibaldi ha personificato il dovere, primo a compierlo perché salito al comando dall’obbedienza dei ranghi più bassi, dalle fatiche più umili e dai rimproveri più severi, i suoi ordini poi furono diretti e precisi come un tagliamare e gli uomini gli obbedivano, così come obbedivano le navi e pareva gli obbedissero anche le forze della natura. Il mare è stato, è e sarà sempre per gli uomini e le donne la più importante scuola di vita e di libertà!

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