Borlenghi Casiraghi

Borlenghi Casiraghi

Pierre Casiraghi e Carlo Borlenghi protagonisti di un incidente sul lago di Garda

Editoriale

13/10/2017 - 17:08

L’incidente si è consumato sul lago di Garda dove ieri era in corso una regata del circuito dedicato ai cat GC32, sembra  innescato da una variazione di rotta repentina del cat dopo aver doppiato la boa di bolina. In quel momento i catamarani impegnati nella regata stavano navigando al lasco con velocità di circa 30 nodi, il gommone dei fotografi invece, dopo aver passato il primo gruppo si era soffermato su Malizia, il cat di Pierre Casiraghi, a una distanza ritenuta di sicurezza ma chiaramente non sufficiente a scongiurare l’impatto con il veloce cat, che evidentemente nel correggere la sua rotta non si è accorto della presenza della barca dei fotografi. Per come sono andate le cose e per le conseguenze, che per fortuna non hanno fatto registrare nessun ferito in modo serio, possiamo sicuramente affermare che la fortuna ha assistito tutti, dai fotografi agli occupanti del cat, questi ultimi perché impattare a oltre 30 nodi arrivando alla scuffia è sicuramente un’insidia per l’incolumità dell’equipaggio. Tutto bene quel finisce bene, diceva il personaggio di un vecchio cartone animato, ma sicuramente è necessario riflettere sui rischi che a volte noi della stampa e gli altri in mare corriamo nel corso di regate, prove in mare e presentazioni. Carlo Borlenghi e il collega che era con lui per fortuna hanno preso solo un grande spavento, Malizia ha scuffiato, perso l’labero e danneggiato la barca anche in altri punti ma l’equipaggio è illeso. Dunque, con serenità si deve ora cercare di fare delle considerazioni rese necessarie dalle crescenti prestazioni che le barche da regata stanno di anno in anno registrando. Ovviamente tutte le regole sui campi di regata sono state pensate per velocità che in passato non superavano di norma i 10 nodi, ma certo non sono state concepite per mezzi capaci di sfrecciare a 30 e più nodi su specchi acquei importanti dove un natante qualsiasi può rappresentare un’insidia e dove i mezzi che seguono la regata sono a rischio a loro volta, come successo ieri. Tutto questo deve imporre una riflessione che coinvolge tanto gli organizzatori quanto i regatanti, i quali sono chiamati a prendere decisioni in tempi molto più rapidi e assimilabili in passato solo alla motonautica, accostamento che non farà piacere ai puristi della vela, ma in passato pensavano forse di poter sfrecciare a oltre 30 nodi?

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