M/Y Ability, Baglietto

M/Y Ability, Baglietto

Yacht ed evoluzione stilistica: innovazione tra forma e colore

Yacht Design

07/01/2019 - 10:07

Il mondo delle barche è un ambito affascinante e suggestivo: chiunque si trovi a pensarci rievocherà alla propria mente immagini di eleganti barche a vela o nobili e distinti yacht a motore. E’ proprio tale concezione di eleganza classica, però, ad aver frenato un’evoluzione stilistica spesso ancorata alla tradizione, tema sul quale si è innovato poco se non nei tempi più recenti che vanno dagli anni ’50-’60 in poi.

La funzione, il navigare, in passato ha avuto giustamente un ruolo preminente nella determinazione delle forme. Poi, anche l’ambito nautico è stato certamente terreno di sperimentazione formale e d’innovazione tecnologica, ma rispetto ad altri settori del “transportation design” lo sviluppo non procede con gli stessi ritmi, per citare solo due esempi, di quello automobilistico o aerospaziale.

Se è vero che forma e funzione concorrono alla definizione di un prodotto di design efficace, si può affermare che il mondo nautico abbia tutte le carte in regola per rappresentare una buona fetta di esempi di successo. E’ interessante però analizzare più da vicino quali siano stati gli elementi più strettamente legati all’evoluzione stilistica e quali siano, invece, i punti fermi dai quali la progettazione nautica difficilmente si è discostata.

In particolare, l’evoluzione dello yacht design è stata ancora più compassata se parliamo del colore delle barche, rimasto sempre legato a canoni stilistici ben precisi.

E’ importante anticipare quanto gli esterni degli yacht siano connessi a determinate esigenze formali e funzionali: l’elevata esposizione ai raggi solari, la visibilità dell’imbarcazione in un contesto non strutturato come il mare, i costi delle vernici e le considerazioni relative alla manutenzione e al deterioramento, così come la produzione di massa.

Tenendo conto di queste considerazioni, però, rimane interessante il ragionamento secondo il quale gli esterni degli yacht abbiano sempre seguito uno schema rigido: il bianco protagonista sia nella vela sia nel motore, con al massimo la variante del color crema, meno abbagliante, e del blu per lo scafo con le sovrastrutture che rimangono rigorosamente chiare. Colori classici alternati al naturale color legno, quando le imbarcazioni erano ancora fatte dai maestri d’ascia.

Non v’è dubbio che il richiamo alla tradizione, alla classica eleganza del mondo dello yachting, sia un legame troppo forte per venir messo in discussione, eppure oggi si nota un cambio di prospettiva e una maggior apertura nella sperimentazione cromatica, con risultati a volte interessanti, altre volte meno riusciti.

Fattori che hanno influito a questo cambiamento sono sicuramente l’età media degli armatori, che si è abbassata, e lo stile di vita: oggi il megayacht non è solo uno status symbol e una residenza di lusso, ma è anche uno strumento di marketing, un marchio di riconoscibilità. Per questo motivo anche il colore, che viene percepito molto prima della forma degli esterni, è diventato strumento di comunicazione. Anche nel “luxury market”, il rifiuto del prodotto di massa si traduce nella personalizzazione decisa, nella scelta di caratteristiche singolari e irripetibili, che fanno dell’oggetto di lusso un pezzo unico realizzato su misura.

Per avere un’idea di quanto il mercato di nicchia sia sensibile a tali esigenze, basta guardare la cartella colori di un simbolo del lusso a quattro ruote, la Rolls Royce Phantom, e notare come la gamma cromatica sia ampia e non limitata a colori “politicamente corretti”. Anche i protagonisti del settore del design hanno colto per primi il legame fra colore e comunicazione per i propri superyacht.

Un esempio è stato il Baglietto 133 “RC” (oggi Ability), che attraverso riflessi camaleontici virava dal blu al rosso, catturando inevitabilmente l’attenzione e sottolineando l’esclusività del prodotto.

Un altro esempio è il CRN “Atlante” di Remo Ruffini, il patron di Moncler. Barca quasi marziale che sfoggia un austero grigio sia per lo scafo sia per le sovrastrutture e linee geometriche nette, squadrate, da poppa a prua, in coerenza con lo stile classico e ricercato del proprio armatore.

Funzione e stile definiscono il design delle imbarcazioni che adottano soluzioni sempre più innovative ma sempre attente al rispetto della tradizione
M/Y Atlante, CRN

Il primo tabù a cadere per la colorazione degli esterni è stato però l’effetto metallizzato: fino ad allora i colori degli yacht erano rigorosamente pastello, pur con diverse gradazioni di lucentezza. Direttamente dal settore automobilistico, e dopo aver messo a punto cicli di pitturazione tecnicamente adatti ai megayacht, la vernice metallizzata è diventata quasi un obbligo per imbarcazioni performanti, diffondendosi soprattutto nel settore dei motoryacht. In quest’ambito, alcuni cantieri hanno fatto del metallizzato quasi un tratto distintivo (Pershing 115, AB Yacht 140, Wally SY 50m) anticipando le tendenze oggi in atto.

Altri cantieri come Oceanco e Lürssen Yachts, invece, hanno scelto di mantenere un certo senso di rigore, pur proponendo tinte decise e inusuali per un megayacht, come il nero o il grigio tipico del naviglio militare. Infine, l’esempio di Mochi Craft, rivisitazione in chiave moderna delle classiche aragostiere del Maine, al quale va dato atto di essere stato uno fra i primissimi cantieri a proporre barche con una cartella colori di tipo automobilistico, tale da poter rendere inconfondibile ciascun esemplare.

Cosa aspettarsi dagli sviluppi futuri? L’interpretazione del superyacht-opera d’arte, come quella del Technema 118’ “Guilty”, sono il naturale sviluppo e il momento di contatto fra lo yachting e l’arte moderna.

Funzione e stile definiscono il design delle imbarcazioni che adottano soluzioni sempre più innovative ma sempre attente al rispetto della tradizione
M/Y Guilty, Cantieri Navali Rizzardi

L’exterior design di questa barca nasce dalle intuizioni di Ivana Porfiri, mentre la composizione della pelle esterna (perfettamente adattata alle forme squadrate degli esterni) è stata ideata dall’artista contemporaneo Jeff Koons. Forse, in futuro, il colore e gli effetti cromatici in generale rivestiranno un ruolo di primo piano nel design degli esterni, anche se al momento la spinta all’innovazione e alla sperimentazione in tal senso viene più dalle intuizioni e dalle visioni degli armatori che dalle scelte di design dei cantieri e dei progettisti.

Linda Inga

PREVIOS POST
Trofeo Campobasso, bis del campione del mondo Marco Gradoni
NEXT POST
Circolo Vela Torbole 43° Trofeo Optimist d'Argento 4° Trofeo Domenico Turazza