Beneteau First Yacht 53  ph. G.Martin-Raget

Beneteau First Yacht 53 ph. G.Martin-Raget

Beneteau First Yacht 53, eleganza e sensazioni di classe

Barca a vela

08/07/2020 - 17:12

Storia di una scommessa vinta, con il First Yacht 53 il gruppo francese aggiunge un nuovo segmento alla propria gamma. Non solo, è appena uscito il nuovo Oceanis Yacht 54 che condivide la medesima carena del First 53 ma propone una coperta e degli interni più classici.

di Giuliano Luzzatto

Il Beneteau First Yacht 53 che ha fatto il suo debutto al Salone di Cannes nel settembre 2019 è stata probabilmente la barca a vela più attesa del 2019. La nostra prova in mare si è svolta presso la base di Beneteau a Port Ginesta, vicino a Barcellona in Spagna (la prova è ovviamente avvenuta prima del lockdown) con vento tra i 9 e 12 nodi, l’ideale quando si è in crociera. Vi consigliamo di leggere fino in fondo le prossime righe, perché il First Yacht 53 è una barca dalle molteplici sfaccettature, che vale a pena scoprire. Però, per chi avesse fretta di sapere come va, diciamo subito che si tratta di una barca non solo particolarmente elegante, ma concepita per il piacere di stare a bordo, tanto confortevole da vivere quanto, soprattutto, piacevole da timonare.

Con questo fast cruiser di 53 piedi Beneteau entra in una fascia di mercato decisamente più alta, in termini di marketing lo si definisce un prodotto Premium, ed è solo il primo di una nuova gamma che prevederà sia lunghezze inferiori che superiori. La prima sensazione quando eravamo saliti a bordo a Cannes, era stata: “Non è nello stile Beneteau!”. La sensazione successiva, dopo aver visto l’allestimento interno e l’attrezzatura di coperta era stata: “Non è un First!”. Per Beneteau si tratta infatti del primo yacht di un nuovo corso, una scommessa che a distanza di dieci mesi dal lancio possiamo dire sia stata ampiamente vinta, grazie a 25 esemplari già prodotti o in consegna, in pratica più dell’intero slot di produzione prevista, nonostante una momentanea interruzione causata dalle misure di contrasto alla pandemia.

Con il First Yacht 53, il gruppo francese aggiunge un nuovo segmento alla propria gamma, ma non rinnega affatto le barche da crociera di grande produzione, infatti la serie Oceanis continua a rinnovarsi riscuotendo grande successo. Non solo, è appena uscito il nuovo Oceanis Yacht 54 che condivide la medesima carena del First 53 ma propone una coperta e degli interni più classici.

Per la nuova gamma First Yacht (non è un caso che il nome veda l’aggiunta della parola yacht) venne a suo tempo indetto un concorso tra 4 studi che vide la vittoria italiana di Roberto Biscontini e Lorenzo Argento, per l’occasione uniti per realizzare questo inedito quanto vincente progetto “double handed”. Il mix vincente, 100% made in Italy a dimostrazione di una vocazione schiettamente internazionale della maison, vede mirabilmente unite l’estetica raffinata di Lorenzo Argento con la sopraffina ingegneria navale di Roberto Biscontini. Per chi non avesse dimestichezza con i loro nomi ecco qualche spunto: Argento è stato socio per 25 anni dello studio Brenta, contribuendo al disegno di barche che hanno fatto la storia dello yacht design: dai Wally B e Wallygator (oggi naviga con il nome di Narijda) ai day cruiser B-yachts, vere icone di stile. Biscontini, dal carattere più riservato, è un nome ben conosciuto e apprezzato dalla ristretta élite dei progettisti di America’s Cup: ha fatto parte dei design team in tutte le campagne da Il Moro di Venezia di San Diego ’92 fino a San Francisco 2013. Ha lavorato per Luna Rossa, Oracle e Team New Zealand, porta con sé il valore aggiunto di un know how a livello stellare in termini di architettura navale, linee d’acqua e piani velici.

La carena del First Yacht 53 è decisamente veloce ma non votata alle performance pure, i suoi volumi sono stati definiti dalle necessità di comfort interno, ma l’attenzione sopraffina che è stata posta all’ottimizzazione delle linee d’acqua è frutto delle conoscenze derivate dalla ricerca continua, tipica dell’approccio progettuale dell’America’s Cup. Altrettanto sopraffino l’approccio all’estetica, elegante, sobria e mai disgiunta dalla funzionalità, portato da Lorenzo Argento. Un designer che conosce esattamente, per esempio, quanto un centimetro in più o in meno di altezza del paramare possa fare la differenza sia in termini di proporzioni che di efficacia protettiva per chi è a bordo. Un esempio di questa abilità estetica è il cavallino rovescio, più basso a poppa sale fino a mezza nave per poi scendere impercettibilmente raccordandosi con eleganza alla prua verticale. Appena saliti in coperta si nota un altro elemento caratterizzante della barca, il prolungamento verso poppa della seduta laterale del timoniere, che alleggerisce l’impatto del baglio massimo decisamente imponente, ben 5 metri, con una suggestione mutuata dalle barche da regata, mentre al contempo suddivide il pozzetto dall’ampio passavanti. L’intera coperta è pulita ed elegante, con le manovre recessate e l’avvolgifiocco incassato, la tuga propone un design mutuato dai maxi yacht. Sotto alla poppa trova spazio il tender garage che può ospitare un’unità lunga 2,48 metri. Una volta aperto, lo specchio di poppa si trasforma in una spiaggetta a filo d’acqua per facilitare i bagni in mare.

Il dislocamento dichiarato per la versione crociera è di 15.500 Kg, che può essere maggiore in funzione dell’allestimento. Il siluro in piombo pesa 4500, il pescaggio per la versione standard è di 2,5 metri.

Gli interni sono di livello superiore, sia nella ricercatezza del design che nella qualità con cui sono realizzati. Uno scafo di 16 metri non è certo piccolo, ma la distribuzione degli spazi lo fanno assomigliare a un maxi di almeno venti metri, se non di più. Notevoli le finiture, in legno lamellare su un fondo di paratie laccate e pagliolati in teak, con rifiniture stondate ad evitare ogni spigolo.

A poppa si trovano due cabine matrimoniali con bagno perfettamente simmetriche (la versione base prevede due cabine e un bagno, in questo caso la cucina risulta più ampia), mentre i volumi in quadrato sono ripensati in modo estremamente moderno: a sinistra la cucina con frigo a tutta altezza più freezer a pozzetto, seguito da una zona pranzo raccolta, concepita per quattro persone ma che può comodamente accoglierne sei. Tanto questa zona, quanto l’area living con il divano a C sulla destra sono orientate con una prospettiva convergente che aumenta la percezione di lunghezza e spazio dell’intera barca.

A prua l’armatoriale con bagno, mentre è possibile richiedere una cabina marinaio nella cala vele. In tutto questo è stata sacrificata in toto la zona del carteggio, cosa che farà storcere il naso ai puristi ma è una tendenza già vista sui Beneteau. Di fatto oggi la navigazione avviene in coperta con il chart plotter. Inoltre il quadro elettrico è facilmente raggiungibile sottocoperta, mentre tutte le funzioni domotiche della barca sono gestibili da smartphone o tablet attraverso la app Beneteau Ship Control.

Qui potete leggere la seconda parte della prova di Pressmare.it
@gluzzatto

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