Matteo Auguadro

Matteo Auguadro

In ricordo del velista Matteo Auguadro

Editoriale

13/01/2025 - 21:31

La notizia, incredibile e inaccettabile, è iniziata a circolare via Whatsapp nel tardo pomeriggio di domenica 12 gennaio. Tutti sbigottiti, ci si avvisava reciprocamente. Ma come, non è possibile. Uno dei timonieri italiani più noti, suo grandissimo amico mi risponde: “Si, ho saputo, sono devastato. Non è giusto!” Matteo Auguadro, 48 anni, velista professionista e suo prodiere in tante regate di altissimo livello è tragicamente mancato in un incidente di montagna.

Poi i TG della sera hanno reso ancora più crudele il tutto. E poiché le brutte notizie girano velocissime, ecco che arrivano anche i commenti affranti dagli antipodi, dalla Nuova Zelanda. Tutta la sailing community è incredula. Matteo, il suo sorriso, la sua simpatia, la sua allegria, la sua vitalità non ci sono più. Trascinati a valle da una valanga mentre con cinque amici salivano sulla Punta Valgrande, in Val D’Ossola. Due si sono salvati, tre no. Tra questi anche un altro velista, Enzo Bonini, non un professionista conosciuto quanto Matteo ma vincitore di svariati titoli italiani, europei e di un mondiale Melges 24.

Matteo, dopo aver partecipato al World Match Racing Tour e poi con Mascalzone Latino alla 32^ Coppa America di Valencia, nel 2009-2010 è stato prodiere della rinata Azzurra che prese parte al circuito Louis Vuitton Trophy. Lo ricordiamo a prua dei maxi yacht più competitivi, così come nella 52 Super Series, nella RC44 Cup, a bordo dei ClubSwan 50 e di tante altre classi veliche. Sportivo appassionato, era solito macinare tutte le mattine chilometri in bicicletta, prima di saltare a bordo per regatare. Era un velista italiano si, ma un cittadino del mondo, a suo agio e perfettamente integrato con team di ogni nazionalità, era uno dei prodieri migliori, più apprezzati e richiesti. Per gli antichi greci, il corpo era specchio dell'anima e l'uomo virtuoso per forza di cose era anche bello: kalòs kaí agathòs. L’ideale della perfezione e della virtù. Ecco Matteo ci piace ricordarlo così, come un valoroso guerriero della Grecia antica.

Amava il mare, il suo Lago Maggiore dove era nato e la montagna. Più di tutto amava la sua famiglia, la moglie Rachele – nostra stimata collega e amica - e le loro due figlie, i genitori che lo avevano appassionato alla vela. Soprattutto a loro vanno i nostri pensieri.

 

GL

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