Mercury Marine Verado 600 V12 da 600HP

Mercury Marine Verado 600 V12 da 600HP

Mercury Marine: Verado 600, il nuovo fuoribordo top di gamma

Motori marini

08/03/2021 - 12:20

Mercury Marine Verado 600, tecnica e tecnologia: the big big block! Mercury Marine lancia Verado 600 e porta la potenza massima dei suoi fuoribordo a quota 600 cavalli. Lo fa con un V12 da sette litri e mezzo foriero di nuove ed esclusive tecnologie. Fra queste un sistema di trasmissione powershift a due stadi e il piede sterzante.

Che il trend di crescita delle potenze massime offerte dalle unità fuoribordo sul mercato europeo avesse portato a breve a far superare la soglia dei 500 cavalli era ormai cosa certa. Rimaneva solo da vedere quale marchio per primo l’avesse raggiunta con Yamaha e Mercury in pole position. La prima partiva dai 431 cavalli dei suoi “Xf 425” e la seconda dai 450 dei “Racing 450R”. Unità simili in termini di architettura in quanto entrambe strutturate sulla base di blocchi motore a “V” da otto cilindri, ma con apertura delle bancate di 60 gradi per Yamaha e di 90 per Mercury, e comunque caratterizzati da contenuti tecnici profondamene diversi.

Yamaha si propone infatti con un blocco da 5 litri e 600 centimetri cubi di cilindrata ad aspirazione naturale e alimentato mediante un sistema di iniezione diretto, mentre Mercury si affida a un quattro litri e mezzo ad aspirazione forzata mediante un compressore volumetrico e alimentato per via indiretta.

Tale soluzione, tipica del Marchio americano, premia in termini di masse, 313 chili contro 442, ma avanzando una pressione specifica superiore, 15 bar contro gli 11 di Yamaha che conferma l’orientamento del motore verso utilizzi sportivi e racing, quindi allineati con la denominazione del motore, e meno croceristici di quelli alla portata del competitor giapponese.

Prestazioni specifiche comunque meno esasperate rispetto a quelle cui Mercury aveva abituato i diportisti con i suoi “Verado” a sei cilindri in linea, che con blocchi da soli due litri e 600 centimetri cubi arrivavano a erogare anche 400 cavalli con pressioni medie effettive oltre la soglia dei 20 bar, potenze specifiche da 156 cavalli litro e potenze specifiche aerolari di 128 cavalli per decimetro quadrato. Con il lancio di “Racing 450R” Mercury aveva quindi abbracciato una filosofia progettuale più tradizionale di quella proposta con i “Verado”, un cambio di direzione probabilmente indotto da più fattori. Innanzitutto, i sempre più stretti limiti emissivi e poi la scarsa competitività dei “Verado” sei cilindri con i modelli di pari potenza della concorrenza in termini di peso a fronte di una maggior complessità meccanica, che ha creato non pochi problemi alle prime generazioni dei motori.

Ora un'ulteriore svolta con il lancio di “Verado 600”. Unità che, come lascia intendere la sigla, alza alle soglie dei 600 cavalli la potenza massima di settore proponendosi con un blocco da dodici cilindri disposti a “V” di 60 gradi da ben sette litri e 550 centimetri cubi di cilindrata.

Valori senza precedenti per il settore fuoribordistico, esattamente come il peso di 572 chili e le dimensioni, con l’altezza di circa due metri e mezzo, che se da una parte possono entusiasmare dall’altra sono anche forieri di non pochi problemi per gli specchi di poppa che dovranno reggere tale motore e di non poche riflessioni circa l’effettiva validità di una soluzione che porta il fuoribordo a superare per prestazioni i gruppi poppieri offerti dallo stesso Gruppo industriale.

Verado 600 si colloca, in effetti, a metà strada fra i gruppi Mercruiser “600 Sci” e “700 Sci”, con il primo che rivaleggia per massa, risultando appena appena meno potente (25 cavalli) e il secondo che offre cento cavalli in più ma a fronte di 150 chili in più. Chili che però vanno a collocarsi in posizione ribassata e centralizzata anziché proporsi a sbalzo come quelli di Verado 600. Un problema che probabilmente è alla base di due delle quattro soluzioni tecniche più esclusive proposte dal nuovo nato, il piede sterzante a fronte di un corpo motore fisso.

Tali contenuti, che concettualmente molto si avvicinano a quanto normalmente proposto dai gruppi entrofuoribordo, permettono di godere di un angolo di brandeggio dell’elica di 90 gradi, 45 a destra e 45 a sinistra, anziché dei 60 normalmente proposti dai fuoribordo, a tutto vantaggio di una maggior manovrabilità e, grazie al corpo motore fisso, della possibilità di avvicinare fra loro i motori nel caso di installazioni plurime.

Altra soluzione esclusiva e per la prima volta introdotta nel settore, la presenza di un sistema di trasmissione di tipo powershift a due stadi, a due marce per capirsi, che lavora quale interfaccia tra motore e albero dell’elica. Il sistema, disegnato da Mercury e realizzato in Italia da Zf, permette all’unità di disporre di un primo rapporto di trasmissione di quasi tre punti a uno e un secondo rapporto di due punti e mezzo a uno con il primo che opera in fase di accelerazione e il secondo in crociera.

Così strutturato il piede realizza una forte coppia motrice quando il motore ruota ai bassi regimi salvo poi allungare il rapporto in automatico quando l’imbarcazione naviga in crociera o in velocità. Il passaggio da un rapporto all’altro è gestito da una specifica centralina e, nel caso di installazioni multiple, ogni motore opera con il rapporto di trasmissione ritenuto ottimale dalla sua centralina, senza essere condizionato dai rapporti in essere negli altri motori.

La possibilità di modificare il rapporto di trasmissione unito all’elevata cubatura dell’unità sembrerebbe aver permesso a Mercury di ridurre i consumi a parità di velocità di crociera di circa il 20 per cento rispetto ai “competitor diretti” o di offrire una velocità di crociera del 15 per cento superiore.

Prestazioni probabilmente vere ma anche fini a sè stesse visto che di competitor diretti non ce ne sono. I grafici di Mercury però fanno esplicito riferimento a un motore da 425 cavalli e quindi a Yamaha ”Xf 425”, cosa che rende il confronto ridicolo. E’ come se si facessero salire sul ring un peso massimo e un peso medio, esaltando poi la vittoria del primo. Più seria e degna di attenzione la presenza di eliche controrotanti di progettazione propria. Per massimizzare l’efficienza del sistema, l’elica primaria è a tre pale, mentre la controrotante è a quattro pale, configurazione utilizzata anche sui piedi poppieri MerCruiser “Bravo III”, e molto diverse sono anche le caratteristiche geometriche delle due eliche.

Ultima soluzione esclusiva di Verado 600, è il sistema di accesso ai servizi principali per le operazioni di manutenzione, realizzato incernierando la parte superiore della calandra, come il cofano di un’automobile. In pratica è previsto un pannello la cui apertura permette di accedere ai principali punti di controllo e manutenzione, direttamente dall’imbarcazione e lasciando quest’ultima in acqua. Il tutto sempre però con la possibilità di rimuovere completamente calandra e pannelli laterali per interventi più impegnativi.

Verado 600 è un motore ricco di novità quindi, anche se non a livello di parte termica che, invece, è piuttosto tradizionale con valori di alesaggio e corsa, 96 millimetri il primo e 87 la seconda, curiosamente simili a quelli proposti dalle unità auto a sei cilindri “Lambda II” di Hyundai, le cui canne sono però alimentate per via diretta, mentre nel caso specifico il sistema è indiretto e tradizionale, esattamente come le distribuzioni bialbero che comandano quattro valvole per cilindro, senza giovarsi di variatori di fase.

Il lancio ufficiale di Verado 600 è previsto in occasione del salone Nautico di Genova, mentre nulla si sa sui prezzi che potrebbero attestarsi fra i 70 mila e gli 80 mila euro.

Mercury Marine Verado 600, design: monolite sì, bello forse

Premesso che i gusti non si discutono e che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, il nuovo Verado 600 è stato proposto quale “monolite” atto ad aprire nuovi scenari in termini di design, agli yacht e alle imbarcazioni che andrà a equipaggiare. Barche di lusso, esattamente come il motore, connotazione che Mercury nella sua presentazione ha più volte sottolineato interpretando però, a nostro avviso, il termine “lusso” all’americana, quale sinonimo non di stile e raffinatezza ma di opulenza. Il nuovo nato già non passerà inosservato per le sue dimensioni, ma probabilmente spiccherà anche per il suo design squadrato che molto riprende dal look dei recenti “V8” ma cercando di recuperare le flessuosità eleganti dei Verado sei cilindri. Che gli stilisti Mercury abbiano raggiunto o meno gli obiettivi che si erano prefissati sarà il mercato a deciderlo, ma è certo che il design del nuovo nato susciterà non poche discussioni indipendentemente dal fatto che si presenti nella classica livrea nera “Phantom Black” o in bianco perla.

Mercury Marine il nuovo Verado anche in vers Sea Pro da 500 HP

Verado 600 è disponibile anche in una versione Sea Pro denominata Verado 500. La differenza tra la versione “Verado” e la versione “SeaPro” in termini prestazionali è giocata sul regime massimo toccato dal motore. Più spinto per Verado 600, con sei mila quattrocento giri, più contenuto per Verado 500 che stacca a cinque mila e ottocento giri al minuto. In tale ottica entrambi i motori raggiungono l’elevato livello prestazionale, giocando sul frazionamento della cubatura con una cilindrata unitaria di poco superiore a sei decimi di litro, potenze specifiche che viaggiano rispettivamente sull’ordine dei 18 cavalli e mezzo per litro e su quasi 17 cavalli e le pressioni medie effettive oscillanti tra gli 11 e i 10 bar. Gli alesaggi elevati oltre a permettere il raggiungimento della cubatura mantenendo le corse contenute, a favore di una maggiore compattezza, limitano la velocità media del pistone che sul 600 cavalli tocca i 18 metri secondi e mezzo, tra le più alte della categoria. Nonostante l’alesaggio elevato la potenza specifica aerolare rimane relativamente contenuta rispetto alla media dei motori di alta potenza. Poco meno di 70 cavalli per decimetro quadrato per il 600 cavalli e poco più di 57 per il 500 cavalli.

Previsto in entrambi i casi un sistema di isolamento acustico particolarmente curato che ha permesso a Mercury di ottenere un comfort di utilizzo molto elevato in relazione alle prestazioni “nvh” delle unità, con emissioni acustiche inferiori del 30 per cento, secondo quanto dichiarato da Mercury, rispetto a quelle dei fuoribordo di alta gamma. Da segnalare anche il sistema di comando Digital Throttle &Shift basato su comandi drive by wire e integrante sia un monitor interfaccia uomo-motore sia la funzione “Active trim automatic” che delega al computer di bordo l’onere di trovare l’assetto di navigazione migliore per realizzare le prestazioni volute dall’armatore con i minimi consumi di carburante.

Jacopo Oldani

Mercury Marine Verado 600: Scheda Tecnica

Marca motore: Mercury - Modello motore: Verado 600 - Tempi 4 - Alesaggio/corsa [mm] 96/87 - Cilindri: 12/V60° - Cilindrata: (l) 7,55 - Pot. max (cv/rpm): 600/6.400 - Potenza Specifica: (cv/l) 79,4 - Potenza Specifica Aerolata: (cv/dm2): 69,1 - Pme (bar): 11,0 - Velocità Pistone: (m/s) 18,56 - Alternatore: (a) 150 - Aspirazione: naturale - Distribuzione:            DOHC - Comando: catena - Alimentazione: EFI/indiretta - Peso: (kg) 572 - Rapporto Peso/potenza: (kg/cv) 0,95

 

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