Portualità turistica: facciamo il punto con Roberto Perocchio
“Lo scorso anno i porti turistici hanno registrato +7% di fatturato, quest’anno la crescita sarà invece del +5%”. Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, snocciola alcuni dati in anteprima relativi all’andamento dei porti italiani costretti a fare i conti con l’impennata dei prezzi delle materie prime.
“Le sfide future sono tante – spiega Perocchio - negli ultimi 10 anni sono nati 40 nuovi porti con 22 mila posti barca. Nei prossimi 10 anni nasceranno, secondo nostre stime, altri 25 mila posti barca”. Questo vuol dire che l’offerta sarà ampia e variegata con un’ampia scelta di nuove destinazioni. Le imprese portuali turistiche dovranno tener conto di questi incrementi”. Qualche esempio. “Il porto turistico di Iesolo ha triplicato i posti barca, Marina d'Arechi a Salerno ha colmato un vuoto che riguardava il lato sud della costiera mentre, Marina Sant’Andrea in Friuli è certamente il porto più tecnologico d’Italia. Già 15 anni fa era autosufficiente grazie al fotovoltaico. Anche Marina di Portisco, in Costa Smeralda, ha puntato molto su informatizzazione, digitalizzazione e contratti energetici intelligenti basati su energie rinnovabili”.
Il Marina di Jesolo
La Liguria, invece, secondo Confindustria nautica, conta 70 infrastrutture per il diporto (tra scali turistici, polifunzionali e punti di ormeggio) in grado di offrire complessivamente 21.577 posti barca. Il fatturato di un porto medio si aggira attorno al milione. Considerando che ci sono 900 basi nautiche, il fatturato generale del settore si aggira sul miliardo di euro a cui si deve aggiungere l’indotto.
Addio alla clientela russa
“Nel 2020 si sono immatricolate solo 347 barche nuove (dati Confindustria Nautica) nel 2008 oltre 4 mila” continua il Presidente. “Per fortuna in Italia possiamo contare sulla clientela estera. Se dovessimo affidarci al solo mercato domestico sarebbe un problema serio. I nostri maggiori clienti sono tedeschi, americani (con i maxi yacht), e svizzeri. Anche per il 2022 ci aspettiamo un turismo di prossimità così come la conferma della presenza della Germania. Il tedesco che teneva la barca in Turchia, sull’onda di questi scenari di guerra, oggi preferisce spostarla in Italia”.
Che impatto sta avendo l’assenza di clientela russa? “Il cliente russo incide per l’8% sull’acquisto di barche nuove italiane e per il 30% sui charter e le attività di noleggio. La loro assenza si farà sentire nei bacini tradizionali come Golfo di Napoli, Costa Smeralda e Sicilia”. Una fetta di mercato che per Perocchio “verrà sostituta da nuovi turisti arabi e americani”.
Porti: -35% di fatturato nel 2011-2012
“Dal 2010, con la tassa Monti sulle imbarcazioni, abbiamo dovuto affrontare problematiche che hanno indebolito il settore. Tra la crisi finanziaria globale e la fuga delle imbarcazioni che hanno lasciato l’Italia come reazione alla tassazione, tra il 2011 e 2012 il settore ha perso fino al 35% del fatturato. Sempre in quegli anni ha pesato anche la bolla speculativa del leasing. Chi ha comprato una barca in leasing con mini rate, non le ha poi saldate. Morale della favola, migliaia di barche sono entrate nella disponibilità dagli istituti credito. Poi, lentamente, è iniziata l’attività di recupero. I porti turistici hanno iniziato ad attirare nuova clientela fino a che si è un po’ recuperato, senza mai tornare però a livelli di fatturato pre 2008. Durante questi anni di crisi sono sbarcati sul mercato nuovi porti come il Marina Santelena a Venezia, il Marina di Stabia a Napoli e Marina Capo d’Orlando in Sicilia” continua l’ex ad di Venezia Terminal Passeggeri, società che gestisce il Porto Crociere di Venezia.
Marina Capo d’Orlando
Poi nel 2020 è arrivato il Covid “ed abbiamo registrato un calo del fatturato del 5%. I cantieri non riuscivano a consegna le barche. Non si poteva navigare. Ora grazie anche al turismo di prossimità e vicinanza, gli italiani hanno rimesso in acqua le barche ‘usate’, l’italiano medio è tornato ad apprezzare la vacanza nautica e i giovani hanno ripreso a viaggiare in aereo. Non sappiamo se sarà un fenomeno strutturale o contingente. La piccola marginalità recuperata è stata però azzerata dai costi energetici che sono raddoppiati. I prezzi di cemento, ferro e legno sono alle stelle. Per questo abbiamo chiesto al Governo incentivi per la riqualificazione dei porti, come avvenuto con i crediti imposta nel settore turistico. Molti porti sono inoltre stati costretti a ridurre voci di spesa come ad esempio le manutenzioni non necessarie e alcune collaborazioni di lavoro”.
Navi russe in rotta verso la Turchia
I porti italiani sono ancora chiusi alle navi battenti bandiera russa, quali le conseguenze? “I porti dovevano segnalare l’arrivo di barche con bandiera russa o di dubbia appartenenza. Molte navi russe sui 25 mt che stazionavano in Sicilia hanno girato la prua e preso la rotta verso il Montenegro e la Turchia, che non richiedono il visto per entrare”.
Barbara Millucci