Azzurra, il varo a Pesaro. Photo, courtesy by Margherita Bottini Marshall©
Azzurra, 40 anni fa il varo della barca che fece la storia
Esattamente 40 anni fa, era la sera del 19 luglio 1982, veniva varata a Pesaro la prima imbarcazione italiana per una sfida di America’s Cup: Azzurra. (Photo, courtesy by Margherita Marshall©) Come da regolamento..... Come da regolamento, era stato lo Yacht Club Costa Smeralda a lanciare la sfida al New York Yacht Club, Defender della “Vecchia Brocca”. Azzurra, classe 12 metri Stazza Internazionale, venne costruita in alluminio da Officine Meccaniche Pesaro sotto la direzione dell’ingegner Marco Cobau su progetto di un giovanissimo Andrea Vallicelli e del suo studio di yacht design.
Per comprendere l’atmosfera del varo, dobbiamo ricordare l’ottimismo di 40 anni fa. Non solo erano i “favolosi anni ‘80” ma solo otto giorni prima Dino Zoff aveva alzato al cielo la Coppa del Mundial ’82 mentre la prima sfida italiana all’America’s Cup aveva già avuto ampia risonanza mediatica e, malgrado gli esperti sapessero bene quanto una vittoria fosse impossibile, la percezione del pubblico era che la migliore Italia potesse far sua qualsiasi sfida. E per Azzurra fu così.
Così, fin dal primo pomeriggio di quel 19 luglio, un folto pubblico si era riunito sulla banchina antistante il cantiere per assistere all’evento, al quale erano presenti tutti i personaggi coinvolti, a partire dagli imprenditori italiani che sostenevano il Consorzio Azzurra. L’America’s Cup di allora era una sfida nazionale al 100%, un’ottima vetrina per il Made in Italy anche se al tempo i marchi commerciali non erano ammessi su vele e scafi.
S.A. l’Aga Khan con la Begum, Principessa Salima, madrina del varo, era arrivato assieme all’Avvocato Gianni Agnelli a bordo del suo elicottero con il logo della Sfida. L’allora comandante del dipartimento militare marittimo Adriatico, l’Ammiraglio di squadra Sergio Agostinelli, era invece arrivato via mare. L’equipaggio guidato da Cino Ricci era schierato a bordo banchina, pronto a saltare a bordo e prendere possesso della barca non appena questa iniziò la sua “vita in mare”, galleggiando svincolata dai cavi della gru.
“Tutti coloro che sostengono la prima sfida italiana per l’America’s Cup – sottolineò S.A. l’Aga Khan – consentono alla vela italiana di entrare nell’ultimo regno della vela agonistica dal quale era assente”.
Come per tutte le sfide veliche, il varo è uno spartiacque, c’è un prima carico di attese e un dopo nel quale occorre affrontare e risolvere tutto quello che un gioco così complesso può mettere quotidianamente sul piatto. Azzurra iniziò gli allenamenti a Marina di Ravenna contro la “lepre” Enterprise, appositamente acquistata allo scopo. Lo sviluppo proseguì durante l’inverno al centro CONI di Formia, ad aprile 1983 Azzurra venne imbarcata a Napoli per Newport Rhode Island, dove partecipò alle selezioni del Challenger per la 25^ America’s Cup. Il resto è storia nota, la prima edizione in assoluto della Louis Vuitton Cup venne vinta da Australia II che per la prima volta nella storia interruppe il dominio, durato 132 anni, del New York Yacht Club. Azzurra andò ben oltre le più rosee aspettative, arrivando a battersi in semifinale contro gli inglesi di Victory Challenge. In particolare, nel corso dei Round Robin, ebbe in una occasione la soddisfazione di sconfiggere proprio quegli australiani che poi vinsero l’America’s Cup.
Giuliano Luzzatto
Twitter: @gluzzatto