Viareggio, un approdo difficile per il turismo nautico
Viareggio, un approdo difficile per il turismo nautico
La Regione Toscana definisce l'approdo turistico di Viareggio con classificazioni e numeri così evidenziati: porto di interesse regionale ai sensi dell’art. 85 comma 1 della legge Rt 65/2014 e dell’art. 1 comma 2 della legge Rt 23/2012 (funzione turistica). Porto di rilevanza economica regionale, cat. II classe III, ai sensi dell’art. 4 della Legge 84/199. I posti barca sono: Nautica sociale 916, Diporto nautico 388, Ormeggi per unità di transito 80, Posti barca a secco 30, Navigazione per finalità turistiche 2, Ormeggi per attività di marina resort 12, Pesca professionale 107, Cantieristica, refitting, manutenzione e riparazione 170, Sicurezza della navigazione 3. Posti barca 1708, di cui 1523 per il diporto nautico risultanti dalle concessioni demaniali marittime. Rispetto agli standard, sono soddisfatti quelli nautici per i 2/3, quelli ambientali per i 3/ 4 e quelli dei servizi per attrezzature di base a terra per i 6/10. Riguardo alla pianificazione portuale, risulta in essere il Piano regolatore portuale con Dcr n. 26 del 14/02/2007 e relativa conformità urbanistica approvata con Dcc n. 36 del 16/5/2007 e pubblicazione sul Burt n. 25 del 20/6/2007.
Fino qui, in estrema sintesi, i dati burocratici regionali quando si parla di porto di Viareggio. In pratica però chi vive e lavora nel quartiere Darsena, che ha nel prospetto verso mare l'area portuale stessa, continua a sopportare i cronici deficit infrastrutturali come la viabilità caotica, la mancanza di un numero congruo di parcheggi per autovetture, caravan, motoveicoli e anche per carrelli stradali per barche. A soffrire di questa infelice situazione è il turismo nautico, in ripresa già l'anno scorso e in prospettiva di ampio sviluppo d'ora in avanti. Il porto viareggino, stando ai dati regionali, offre soltanto 80 posti per imbarcazioni di dimensioni standard per il transito. Questo particolare aspetto del diportismo è sempre stato tenuto in secondo piano dalle amministrazioni pubbliche succedutesi, praticamente da 60 anni fa, dai tempi della prima Viareggio – Bastia – Viareggio offshore, nel 1962. Perché questo riferimento? Perché da allora in poi è cambiato radicalmente il modo di concepire il diportismo nautico in Italia. Cantieri e progettisti presero spunto da quell'eccezionale evento che segnò per sempre l'ingresso dello stile nautico americano in Europa, offrendo poi sul mercato italiano prodotti ideali per viaggiare sempre più veloci, con moderni standard di comfort e sicurezza. A Viareggio, culla dell'offshore italiano e di parte dei derivati non sportivi, andava realizzato un nuovo approdo per i transiti, esclusivo, con tutti i servizi per la clientela. Non è stato fatto e, ormai da anni, le decine e decine di potenziali clienti che ambiscono a un accosto, anche plurigiornaliero, non trovano quasi mai libero.
E così sarà ancora per molti anni se, da domani, non si metterà mano ai lavori necessari per rispondere alla domanda sempre più pressante. Il volume, anche soltanto numerico, delle imbarcazioni da diporto in circolazione nel Mare Tirreno settentrionale e nel Mare Ligure, è molto alto e, a discapito di Viareggio, stanno riempiendosi gli altri porti toscani.
Dai primi riscontri sul mercato dei noli, la prossima estate avrà una spinta in più, anche rispetto al 2022. I broker e le agenzie marittime che si occupano, anche, dei transiti lamentano da anni la mancanza di attenzione su questo specifico problema che, se affrontato e anche parzialmente risolto, può davvero portare benefici alla qualità dei servizi e alla soddisfazione della clientela. Gli operatori rimarcano le offerte, anche solo nelle vicinanze di Viareggio che vanno, ad esempio, da Bocca di Magra, al Cinquale, a Marina di Pisa. In quei porti, oltre allo stazionamento, si può trovare posto per poi riprendere il largo. Con aree di servizio e con una privacy indisponibili a Viareggio.
Altri esempi sono quelli di Punta Ala, o di Lavagna, e si potrebbe continuare. Infine, punctum dolens, l'area a terra e la nuova banchina di 90 metri posta vicino al faro, destinata a fare approdare i tender delle navi da crociera. Quando non si sa. Per ora i tender sbarcano i passeggeri nel ben più agevole canale Burlamacca, all'altezza della Passeggiata, così che i turisti possono dedicarsi allo shopping negli innumerevoli negozi, oppure andare in tour a Pietrasanta per scoprire gli eccellenti laboratori d'arte, o altro ancora. E poi riprendere i tender per reimbarcarsi sulla “nave dei sogni” che sosta in rada. Attività di pregio e dedicata ad un turismo nautico di alta gamma svolta dalla storica Agenzia Marittima Vannucci, una delle più antiche d'Italia. Per i Vannucci, si ritrovano testimonianze già nel 1825, partendo dalla Repubblica di Lucca, e passando poi per il Granducato di Toscana, per il Regno d’Italia e per la successiva Repubblica.
Walter Strata