Vendée Globe: Giancarlo Pedote ha doppiato Capo Horn

Sport

07/01/2025 - 09:25

Il 6 gennaio 2025, 56° giorno di regata, Giancarlo Pedote ha doppiato il leggendario Capo Horn alle 10,10 UTC, le 11,10 in Italia. Questo passaggio simbolico, il secondo nella sua carriera velica dopo quello di quattro anni fa, rappresenta una tappa cruciale nella sua circumnavigazione del globo in solitario. Tra condizioni meteo impegnative, scelte strategiche fondamentali e difficoltà tecniche, lo skipper di Prysmian Group affronta ora la risalita dell’Oceano Atlantico con grande determinazione mantenendo la lucidità che gli è propria.

Doppiare Capo Horn è un momento simbolico per ogni velista impegnato in un giro del mondo, segnando l’uscita dalle turbolente acque del Grande Sud e l’inizio della risalita verso l’Atlantico. Per Pedote, tuttavia, il passaggio è avvenuto in condizioni tutt’altro che ideali: "Non ho ancora visto la terra e, diversamente da quattro anni fa, è probabile che questa volta non la vedrò affatto. L’importante, però, è aver passato Capo Horn". 

La notte antecedente il passaggio è stata tumultuosa, segnata da raffiche violente e mare in burrasca: "A differenza di alcuni dei miei avversari, che hanno doppiato il Horn con dieci nodi di brezza e mare calmo, per me non c’è stata occasione di rilassarmi o godermi il momento. La fortuna non è stata dalla mia parte e mi sono ritrovato ancora una volta in mari molto agitati".

Per fronteggiare condizioni così impegnative Giancarlo Pedote ha scelto la prudenza, rallentando la barca per preservarla. "Ho deciso di rallentare prima di arrivare alla Terra del Fuoco per lasciare passare il peggio, non sarebbe stato saggio affrontare raffiche di 45-50 nodi con una barca che ha già subito qualche danno." 

Questa scelta riflette l’esperienza accumulata nel corso degli anni. Giancarlo sa bene che in momenti critici rallentare può essere più saggio che forzare la mano: "Bisogna sapere quando è il momento giusto per spingere e quando invece è meglio tirare il freno. Sarebbe stato folle gettarsi a capofitto nella tempesta, e non ho alcun rimpianto per la decisione presa". 

Grazie a questo approccio ponderato, Pedote è riuscito a mantenere integra la sua barca e a prepararsi al meglio per quella che si prospetta come una risalita impegnativa lungo l’Atlantico, un oceano che lui conosce bene e dove tenterà ove possibile di recuperare posizioni. Attualmente naviga in 19^ posizione, circa 40 miglia dietro a Isabelle Joske. Il distacco dal duo di testa atteso all’arrivo tra circa 10 giorni è invece incolmabile, oltre 4000 miglia. La posizione attualmente ricoperta non è quella che probabilmente Pedote si sarebbe aspettato prima di partire, ricordiamo che nella discesa dell’Atlantico c’è stato un momento in cui era anche stato al comando della regata. Ma al netto di una errata valutazione della strategia meteo che gli ha fatto perdere il contatto con i primi, andato via via ad aumentare, va detto che il tempo impiegato per raggiungere Capo Horn è stato inferiore di circa un giorno rispetto a quello che nella scorsa edizione gli valse il passaggio in nona posizione. Sono infatti molte le nuove barche varate, mentre il suo IMOCA ha ricevuto una serie di importanti aggiornamenti ma è pur sempre una barca del 2014.

Con Capo Horn alle spalle, il navigatore italiano è concentrato sull’ultimo tratto della regata, probabilmente il più strategico: "Il Grande Sud è stato tutto fuorché semplice. Spero che questa fase vada meglio, ma si sta formando una grossa depressione lungo la cordigliera delle Ande, che potrebbe complicare le cose a partire da giovedì. Spero di essere già più a nord per allora, altrimenti sarà davvero dura!" 

Questa area di bassa pressione potrebbe portare condizioni di navigazione estremamente difficili, richiedendo la massima attenzione da parte di tutti gli skipper ancora in quella zona: “Non avremo tempo per rilassarci o per una risalita tranquilla. Dovremo mantenere alta la guardia perché le condizioni saranno impegnative". 

Oltre alle sfide meteo, Giancarlo Pedote sta affrontando anche problemi tecnici persistenti. Il timone, elemento cruciale della sua barca, necessita di ulteriori interventi: "Appena possibile controllerò nuovamente il timone. Devo sostituire una parte dell’appendice e trovare la soluzione migliore per ottimizzare tutto e renderlo il più affidabile possibile”. Questo lavoro essenziale si aggiunge a una lista di problematiche già lunga, ma Pedote si sta dimostrando perfettamente lucido e determinato, consapevole che il Vendée Globe non è solo una competizione, ma anche una battaglia contro gli elementi, gli imprevisti tecnici e i propri limiti.

Il percorso verso il traguardo è ancora lungo, ma il navigatore italiano è pronto a dare il massimo nella fase finale di questa straordinaria avventura oceanica.

 

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