La vela è viva. Evviva la vela!

Editoriale

07/06/2025 - 19:06

La vela è al lavoro quando si guadagna il pane o lo guadagna per noi. Le motivazioni cambiano coi tempi, oggi in tutti i campi si parla di sostenibilità, ed è questa tra le motivazioni più importanti per cui la vela continua a lavorare. Vi propongo tre quadretti che rappresentano tre esempi di sostenibilità legati alle barche.

Per quanto riguarda le barche da diporto una di legno propulsa dalle vele è quanto di più ambientalmente sostenibile si possa immaginare poste alcune limitazioni ovvie sulla scelta dei materiali ricavati da foreste amministrate e sul trattamento economico, la salute dei lavoratori ecc. Ora sappiamo bene però che il vento soffia quando gli piace e dal quadrante opposto a quello dove siamo diretti per cui un poco di ibrido, come si dice oggi, aiuta ad arrivare in tempi certi. Non storgete il naso, un motore ausiliario non troppo potente è utile, si possono usare carburanti meno dannosi del gasolio, oppure... i remi .

Ecco il nostro quadretto numero uno, una lancia a remi in legno con sei rematori, un albero e, quando i venti sono a favore, la vela spiegata. Qualcuno non ci crederà, ma una barca di questo tipo è in costruzione oggi presso i cantieri De Cesari di Cervia.

Porterà alcuni cadetti, aspiranti marinai che nell’addestramento debbono imparare la vela e il remo, antiche e nobili tradizioni che aiutano a capire il mare. Tolti infatti i potenti motori, l’uomo per attraversare il mare deve aguzzare l’ingegno e capire venti e correnti che, sia pure invisibili, ci porteranno verso la meta o verso l’ignoto. Certo la vela da lavoro non ha gli stessi obiettivi di quella da regata, intanto non deve essere d’impiccio, poi deve spingere quando c’è il vento, se ce n’è poco solo aiutare, e se ce n’è solo un alito che appena increspa, farsi da parte.

Proprio con questa filosofia in testa, anni fa progettai un bel cutter da Spiaggia, il mio quadretto numero due, che tutti i giorni di bel tempo d’estate porta i turisti a fare il bagno da Cattolica fino sotto San Bartolo, a vedere il tramonto, a godere dello scirocco del pomeriggio: “lo scirocchino”.

L’andata si fa a motore, ma dopo il bagno si spiegano le vele e si rientra col vento al lasco e le scotte in bando, con il mare che diventa blu scuro e le creste bianche. Si spegne il motore e la barca “oh meraviglia!” continua ad avanzare alla stessa velocità, anzi sembra accelerare a ogni onda verso la riva che si avvicina.

Ora il quadretto numero tre. Certo i grandi gruppi le aziende enormi hanno armi più potenti a disposizione, fanno le cose in grande, ed ecco all’orizzonte del futuro presentarsi anche pesanti cargo spinti da vele pneumatiche da rotori a vento e altri aggeggi in grado di sfruttare l’aria e ridurre le emissioni. Che dire: La vela è viva. Evviva la vela!

Michele Ansaloni

©PressMare - riproduzione riservata

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