Intervista a Raffaele Chiulli: La motonautica elettrica è la nuova frontiera
Miami - Riconfermato alla guida della Union Internationale Motonautique (UIM), che presiede dal 2007, e alla testa dell’ARISF, l’associazione che riunisce le federazioni sportive internazionali riconosciute dal CIO, Raffaele Chiulli rappresenta una delle figure più influenti dello sport mondiale. Da oltre quindici anni guida la motonautica con una visione che coniuga evoluzione tecnologica, sostenibilità e capacità di costruire alleanze globali. La sua idea è chiara: la transizione energetica nello sport non è un futuro da immaginare, ma un presente da gestire. Lo abbiamo incontrato a Miami, in occasione della tappa conclusiva della E1 Series 2025, primo circuito mondiale di motonautica interamente elettrica e dimostrazione concreta di questa trasformazione.
“La E1 è la prova che sostenibilità e spettacolo possono convivere — spiega Chiulli —. È nata da un’intuizione coraggiosa di Alejandro Agag e Rodi Basso, e la UIM ha creduto nel progetto sin dall’inizio, riconoscendone la portata innovativa. Non volevamo soltanto approvare un nuovo campionato, ma promuovere un nuovo modello di sport.” Secondo il presidente, la tappa di Miami è stata la conferma più forte di questa visione: “Sbarcare negli Stati Uniti significa entrare nel cuore dell’industria nautica mondiale, ma anche dimostrare che la nautica elettrica può essere popolare, spettacolare e competitiva.”

Chiulli non si limita a un’analisi sportiva, ma allarga lo sguardo a ciò che la E1 rappresenta come segnale culturale. “Oggi il pubblico non cerca solo velocità: vuole valori, storie, identità. La motonautica elettrica offre tutto questo, parlando alle nuove generazioni e costruendo ponti tra sport, scienza e sostenibilità. I team owner, molti dei quali sono icone globali, portano un messaggio autentico: che la competizione e la responsabilità possono andare di pari passo.” È una rivoluzione silenziosa, ma profonda: la motonautica, tradizionalmente legata alla potenza dei motori endotermici, diventa ora simbolo di efficienza e rispetto per l’ambiente.
Per sostenere questa evoluzione, la UIM ha lanciato diversi programmi concreti. Tra questi, Blue Impact, iniziativa dedicata alla rigenerazione delle acque e alla tutela degli ecosistemi marini, e la E1 Academy, realizzata con lo Yacht Club di Monaco sotto l’alto patronato del Principe Alberto II, per formare nuovi piloti, ingegneri e tecnici. “Abbiamo bisogno di attrarre giovani capaci di trasformare la passione per lo sport in competenze per il futuro — spiega Chiulli —. La E1 non è solo un campionato: è un laboratorio di talento e di tecnologia.”
Guardando avanti, Chiulli parla già di nuove frontiere energetiche. “L’idrogeno sarà il prossimo passo, ma serve realismo. È un vettore, non una fonte: bisognerà lavorare su sicurezza, logistica e costi, ma la direzione è quella. L’elettrico è già una realtà, e l’idrogeno sarà la naturale evoluzione. Il nostro ruolo è accompagnare questa transizione con responsabilità.” In questa prospettiva, la UIM sta dialogando con FIA e FIM per creare sinergie e standard comuni nella mobilità sostenibile. “Acqua, terra e aria devono condividere le migliori pratiche: lo sport può essere un acceleratore formidabile di innovazione ambientale.”

Ma per Chiulli la sostenibilità non è solo una questione tecnologica, è anche umana. “Dietro ogni barca, dietro ogni competizione, ci sono persone. La nostra missione è dare loro strumenti e valori per crescere in un contesto etico e responsabile.” Il presidente della UIM ricorda l’impegno dell’organizzazione nel programma “Sport for Nature” del CIO, che punta a trasformare la consapevolezza ecologica in azione concreta. “Le parole non bastano più: servono modelli, esempi e risultati misurabili. E1 e UIM stanno dimostrando che lo sport può essere parte della soluzione.”
La tappa di Miami, per lui, rappresenta un punto di non ritorno: “È la dimostrazione che lo sport sostenibile non è una nicchia, ma il cuore del futuro. Quando migliaia di persone si affollano per vedere barche elettriche planare sull’acqua con la stessa passione di una gara di Formula 1, capisci che il cambiamento è già in corso.”
Chiulli sorride, e con il tono di chi ha visto lontano aggiunge: “Il nostro compito è continuare a spingere. La motonautica elettrica è solo l’inizio: lo sport del futuro sarà competitivo, emozionante e pulito. E la E1 ne è già l’emblema.”
Alex D'Agosta
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