Force Blue ormeggiato a Port Hercule, Monaco
No boat no crime: Flavio Briatore assolto dopo 12 anni
“È No boat no crime l’identificativo dell’operazione con tanto di abbordaggio, scattata al largo di La Spezia per sequestrare il megayacht di 60 metri, Force Blue, là diretto, che per gli inquirenti appartiene a Flavio Briatore mentre lui sostiene di averlo in noleggio. La tesi accusatoria configura per Briatore i reati di evasione fiscale e contrabbando, peraltro contestati dai suoi legali con richiesta di dissequestro immediato della barca, già respinta però dal Tribunale del riesame. Indipendentemente dal caso in questione, sul quale sarà la magistratura a decidere, ci ha veramente impressionato questo No boat no crime perché esso, quasi un lapsus freudiano, svela nell’ideatore una convinzione maturata prima del giudizio e in qualche modo volta a indurre l’inquirente ad accettare la colpevolezza dell’indagato. Inoltre, quel che è ancora più grave, praticamente coinvolge tutta la nautica italiana in un’accusa di evasione fiscale.Dobbiamo dedurne che le barche, piccole e grandi, siano antipatiche all’Agenzia delle Entrate?”
Iniziava così un editoriale di 12 anni fa scritto da Lucio Petrone su Nautica. Come sottolineava il direttore, già dal nome la storia che ha visto coinvolto Flavio Briatore e il suo yacht, era partita male. Conteneva in sé un messaggio becero, offensivo, perché dà del criminale a tutti quelli che hanno una barca, che sa della ripicca di un invidioso, come ha sottolineato ieri Briatore dopo la sentenza, più che di un messaggio ideologico. La contestazione di un uso personale e non di noleggio del suo motoryacht Force Blue, (che usufruiva perciò delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa europea per unità adibite al charter) e di altri reati connessi, come il mancato pagamento dell’Iva al momento dell’importazione della barca, era già iniziata nel 2006, ma anche quando era stato trascinato in tribunale, Briatore era stato sempre assolto. Poi, nel 2010, ci fu il blitz per tentare di dimostrare ancora una volta, stavolta in flagranza, l’uso personale.
Ci può essere una burocrazia vendicativa e una giustizia asservita? No, assolutamente, ma storie del genere fanno venire il dubbio. L’aggravante fu usare con premeditazione la notorietà planetaria del personaggio per diffonderlo. Briatore è una star, dunque per lui valse la pena di organizzare un film, quello dell’abbordaggio di Force Blue con dispiego di forze aeronavali, puntualmente diffuso, dato in pasto ai media. Chi non ricorda la signora Briatore fatta sbarcare dalle forze dell’ordine in fretta e furia col figlio in braccio? Tutti a terra, lo yacht è confiscato.
Già nel 2015, in occasione della sentenza di primo grado, quando Briatore fu dichiarato in prima istanza colpevole, commentammo che se da una parte è sacrosanto che ognuno paghi le tasse dovute, ci sembrava strano che Briatore, con lo stuolo di avvocati e consulenti di cui dispone, avesse portato inavvertitamente la barca in Italia, qualora fosse stata a rischio di sequestro. La sua richiesta di appello, vedendo la concretezza dell’uomo, sarebbe stata stupida perché foriera solo di nuove spese.
Se gli avvocati di Briatore sono riusciti a far valere le ragioni del proprio assistito, assolto perché il fatto non costituisce reato, vuol dire che lo stesso o chi per lui, quando ha acquistato la barca ha interpretato la legge in vigore alla perfezione, l’attività svolta dal suo Force Blue è lecita e lui è sempre stato in una botte di ferro.
Riguardo il motoryacht di 63 metri realizzato nel 2002 da Royal Denship, prima che la confisca fosse definitiva, è stato messo all'asta dallo Stato a causa dei costi di manutenzione. Dallo scorso anno l’armatore di Force Blue è Bernie Ecclestone che l’ha acquistato per 7,5 milioni euro contro i 20 milioni del valore stimato. Con l’annullamento del provvedimento, Briatore può ottenere gli stessi soldi sborsati da Ecclestone, ma il suo avvocato ha già annunciato battaglia perché all’imprenditore “spettano adeguati ristori”. Dunque, per la collettività arriva anche la beffa di farsi carico dei danni per un giustizialismo da operetta. Magari, per chi ha messo in piedi questa vicenda, nel frattempo sarà arrivata anche una promozione, non ce ne stupiremmo.
Tanto rumore per nulla dunque, ma lo scopriamo solo a 12 anni dal blitz, a 16 da quando la società di Briatore, la Autumn Sailing Ltd, acquistò il Force Blue. Tempi di giustizia inaccettabili per un paese che vuol definirsi civile.
Fabio Petrone