Massimo Patelli, velista

Massimo Patelli, velista

Massimo Patelli, il velista mancato facendo ciò che più gli piaceva

Editoriale

04/05/2022 - 06:32

Massimo Patelli è venuto a mancare a Livorno il 30 aprile, durante una regata della classe ILCA Master nell’ambito della “Settimana Velica Internazionale 2022”. Abbiamo chiesto a chi lo conosceva bene di raccontarci chi fosse, per poter lasciare nel mare del web un ricordo di lui. Non sappiamo ancora, né ci interessa conoscere nel dettaglio, le cause. Sappiamo che i soccorsi sono stati pronti, ma purtroppo non c’era più nulla da fare.

Massimo aveva 51 anni ed era un grande appassionato di vela che praticava fin da ragazzo. Da qualche anno si dedicava alla vela agonistica, prendendo parte a competizioni di Minialtura con il suo Meteor e in deriva con il Laser. “Un grande trascinatore e un uomo con un entusiasmo infinito” come lo ricorda l’amico Pietro Corbucci, velista di Pesaro, anche lui in trasferta a Livorno.

“Veniamo dalla stessa zona, io sono di Pesaro e lui di Cattolica. Ci siamo conosciuti durante le regate locali che io frequentavo per lavoro e lui da appassionato. Prima di iniziare con il Laser regatava con il suo Meteor, con cui abbiamo partecipato insieme ai Campionati Italiani a Torre del Greco nel 2019 chiudendo al secondo posto e che spesso ha portato a Trieste, per partecipare alla Barcolana insieme alla moglie Loredana. Era molto attivo anche nel circuito delle regate di altura, a bordo di Magoo Vulcangas dell’armatore Daniele Mazzotti. Negli ultimi anni si dedicava alle regate in Laser, prendendo parte al circuito Master con un entusiasmo fuori dal comune.

Massimo Patelli, velista

Aveva il pregio di coinvolgere e trascinare le persone intorno a lui con grande facilità. Spesso si faceva promotore di uscite e allenamenti, riuscendo a mettere insieme un bel gruppo di persone. Solo poche settimane fa ci siamo visti per decidere la data del Trofeo System Plast, il clinic e la regata dedicata ai Laser presso il Circolo Nautico di Cattolica che sponsorizzava con la sua azienda da quattro anni e che ha visto la partecipazione di un buon numero di imbarcazioni. Era sempre in prima linea nell’organizzazione delle trasferte e delle attività. Per tutti noi era un punto di riferimento, con la schiettezza e la semplicità che lo caratterizzava. Il suo modo di fare sempre propositivo e la voglia di migliorare è sempre stata trascinante. Lo ricordo sempre con il sorriso e il buonumore, anche dopo una regata andata male. Persone come lui, così presenti e piene di energia, lasciano una grande sensazione di vuoto.”

“Nel nostro amore per questa regata c'è la stessa profondità che ha ieri rapito un uomo, un padre, abbracciandolo e sottraendolo a tutti coloro che amava, che probabilmente amava molto più del mare” ha dichiarato Gian Luca Conti, il presidente dello Yacht Club Livorno, alla premiazione della RAN 630. “Ecco, c'era questa maestosa mestizia nella premiazione di questo pomeriggio. E quando la tristezza è questa, se ne deve essere orgogliosi. Lo dico con grande imbarazzo perché so di non essere riuscito a esprimermi come quell'uomo avrebbe meritato, di non avergli saputo donare le Vostre parole. Si deve però ricordare che in quel tratto di mare riposano le ceneri di Valentin Mankin, nella speranza che ci sia una giustizia più profonda del pensiero di cui un uomo può essere capace e che abbia la dolcezza dell'abbraccio del mare in una giornata di Maestrale”.

Da parte nostra ci stringiamo in un grande abbraccio alla moglie Loredana, alle figlie Asia ed Emma, ai suoi amici e a tutti coloro che hanno conosciuto Massimo e gli vorranno sempre bene.

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