Clarisse Crémer
La battaglia di Clarissa contro BanquePop e la Vendée Globe
La velista francese ha scatenato una “communications crisis” per lo sponsor mentre la sua vicenda pone una serie di domande che vanno oltre lo sport e la vela, ma impattano sulla tutela della maternità nei ruoli apicali ricoperti da donne.
La vicenda della navigatrice solitaria francese Clarisse Crémer lasciata “in banchina” dal suo sponsor Banque Populaire sta scatenando una crisi d’immagine disastrosa per la “banca della vela” francese, le cui conseguenze non sono state evidentemente previste e sono a questo punto difficilmente prevedibili, adesso che il polverone mediatico si è alzato, soprattutto in Francia dove la banca opera e la vela oceanica è uno sport seguito più o meno come la MotoGP da noi in Italia.
Tutto ha inizio con un post sui social della seguitissima velista francese, nel quale denuncia di essere stata lasciata “in banchina” perché madre di una bimba nata a novembre 2022. Esplode l’ira nel mondo della vela, ma non solo, verso uno sponsor che è tra i maggiori investitori nel settore, che ha identificato nella vela oceanica il suo settore d’elezione.
Come spesso accade, le cose sono un po’ più complesse di come appaiono e le crisi accadono per un insieme di concause. Cercheremo di riassumere brevemente i fatti anticipando ai lettori che queste poche righe non sono né funzionali a cavalcare la più che comprensibile onda di disapprovazione né sapranno offrire soluzioni, piuttosto pongono alcune domande:
- Come garantire realmente le pari opportunità, a prescindere dal genere, sia nella vela oceanica che, più in generale, nella società?
- La sponsorizzazione e la comunicazione sportiva si stanno evolvendo e adattando al sentire comune o sono legati a concetti che stanno perdendo valore?
- I regolamenti sportivi sono adeguati a quanto sopra?
Iniziamo con il riportare il post della velista francese, 12^ alla scorsa Vendée Globe, regata della quale detiene il record femminile sottratto all’indimenticata Ellen MacArthur. In molti ricordano i suoi video da bordo, particolarmente intensi e carichi di emozione, chi scrive ha pensato che la scelta di Banque Populaire di sponsorizzare la velista francese fosse dovuta anche a queste sue qualità oltre, evidentemente, al fatto che una donna in un mondo a maggioranza maschile gode sempre di maggiore visibilità.
Come si noterà, al netto del titolo decisamente forte e di una evidente quanto comprensibile rabbia nei confronti dello sponsor, la stessa velista spiega che il problema è stato determinato dal nuovo regolamento della Vendée Globe (alla cui stesura ha avuto molta voce in capitolo la classe IMOCA 60) che non garantisce più il posto a chi ha concluso l’edizione precedente (peraltro a favore di chi costruisce barche nuove, ma questo è un altro discorso).
Un altro dettaglio utile a comprendere meglio la situazione: nella vela oceanica francese gli sponsor in genere acquistano e gestiscono direttamente la barca e tutto il team, per cui lo skipper è un po’ come il pilota di una scuderia di F1, un dipendente di altissimo livello con un contratto a termine.
Questo il testo tradotto:
BANQUE POPULAIRE HA DECISO DI LASCIARMI A TERRA
Ho dato alla luce nel novembre 2022 una bambina. Anche se nulla mi ha obbligato a farlo, avevo informato il mio sponsor Banque Populaire del mio progetto di maternità nel febbraio 2021. Mi hanno comunque scelto per il prossimo Vendée Globe e hanno comunicato il nostro impegno reciproco nell'autunno del 2021.
Venerdì scorso ho saputo che Banque Populaire aveva infine deciso di sostituirmi. Per loro decisione, e nonostante la mia costante volontà, non sarò al via del Vendée Globe 2024.
Le regole del Vendée Globe per l'edizione 2024 richiedono a tutti gli skipper di competere in base al numero di miglia coperte durante la regata. Su questo criterio, ovviamente, sono rimasta indietro rispetto agli altri concorrenti al via, questa maternità mi ha impedito per un anno di essere presente alle regate di qualificazione.
Oggi Banque Populaire decide che questo rappresenta per loro un "rischio" che alla fine non vogliono correre.
Sono sotto choc, progetti di altri, avviati molto più di recente, continuano invece senza battere ciglio. Mancavano 2 stagioni complete e 4 regate transatlantiche per tornare al livello, ero completamente organizzata per rientrare il prima possibile.
Ma per Banque Populaire sarebbe stato "lasciare che il destino scegliesse per loro", quando invece "devono" essere alla partenza del Vendée Globe. Sono pronti ad assumersi il rischio di un trimarano gigante e tutti i pericoli naturali, tecnici e umani associati alle regate d'altura, ma evidentemente non quello della maternità.
Se oggi le regate d'altura esistono è perché gli sponsor le scelgono come mezzo di comunicazione e le utilizzano per raccontare grandi storie sportive e quindi, a priori, umane. Sono in totale disaccordo di fronte alla storia che questo sponsor ha scelto di raccontare oggi: il Vendée Globe, a tutti i costi.
Anche l'organizzazione del Vendée Globe si accontenta di "scusarsi" ma dice di "non poter fare nulla". È lei che scrive le regole. Ricordiamo che 4 anni fa sarei stata automaticamente selezionata in quanto finisher della precedente edizione. Ricordiamo che 13 nuove barche (1/3 della flotta) beneficiano di un'esenzione per essere selezionate automaticamente per il prossimo Vendée Globe in nome del sostegno all'innovazione.
Le regole di una competizione hanno lo scopo di garantire equità e fair play. Oggi è chiaro che le regole scelte dal Vendée Globe vietano a una donna di avere un figlio, anche se è una sportiva riconosciuta, già finisher nella precedente edizione. Nel 21° secolo, chi può credere che tali regole sarebbero giuste? Facile deplorare, poi, lo scarso numero di donne ai nastri di partenza.
Vorrei ringraziare le persone che mi hanno sostenuto. Sono determinata a tornare a navigare, sotto i colori di un partner fidato di cui condividerò le convinzioni umane. La mia passione per la vela rimane intatta e riuscirò presto a superare la disillusione che sto vivendo oggi.
Penso soprattutto a tutte le donne, atlete e non, che attraversano simili difficoltà senza avere questa possibilità di parlare. Cosa significa uguaglianza per le donne? Comportarsi in tutto e per tutto da uomini e quindi soprattutto non essere incinta? Se parlo oggi, non è per vendetta, per attirare l'attenzione o per autocommiserarmi, ma per provocare una riflessione e nella speranza di far progredire la nostra società.
Fine
Il punto di vista della velista francese è assolutamente comprensibile e largamente condivisibile, va detto che ad oggi il mondo del lavoro (perché di lavoro pur sempre si tratta per quanto privilegiato) non ha ancora trovato come tutelare le carriere delle top manager (e purtroppo anche a livelli più bassi), che spesso preferiscono rinunciare alla maternità in nome della crescita professionale in azienda.
Prima di riportare il comunicato stampa dello sponsor, evidentemente basato su assunti aziendali che prescindono dalle scelte e dalle vite individuali ma comprensibile dal punto di vista gestionale, vi invitiamo a leggere quanto rilasciato dagli organizzatori del Vendée Globe, che non hanno diffuso, come di consueto, il comunicato ma si sono limitati a pubblicarlo sul sito web della regata. Pressmare lo ha ripreso e pubblicato a questo link .
Qui invece la traduzione del comunicato dello sponsor:
VENDÉE GLOBE 2024: TEAM BANQUE POPULAIRE COSTRETTO A CAMBIARE SKIPPER
Nell'aprile 2021, pochi mesi dopo la fine del Vendée Globe, Banque Populaire ha preso parte per la quarta volta nella sua storia a questa mitica corsa al fianco di Clarisse Crémer.
Nell'ottobre 2021, l'organizzatore della regata ha annunciato un nuovo metodo di qualificazione che non consente più a chi ha concluso l’edizione precedente di qualificarsi direttamente per la successiva.
Ha istituito un sistema di accumulo punti da acquisire tra l'inverno 2021 e l'estate 2024 partecipando alle regate del circuito IMOCA per l'assegnazione dei 40 posti (compresa una wildcard) disponibili per il Vendée Globe 2024.
Per ottemperare a questi nuovi regolamenti, il Team Banque Populaire ha noleggiato una barca per partecipare alle regate della stagione 2022 e darsi così tutte le possibilità di ottenere con Clarisse i punti necessari in attesa della consegna del monoscafo Banque Populaire XII a dicembre 2022 (ex Apivia).
Non potendo partecipare a queste regate per fortunati motivi di maternità, Clarisse si trova ora in una situazione che non le permette di sperare di ottenere il numero di punti necessario per qualificarsi al Vendée Globe 2024.
Consapevole di questo rischio da diversi mesi, il Team Banque Populaire aveva avviato discussioni con SAEM Vendée nell'estate del 2022 per affrontare la situazione specifica della velista, 12a nel Vendée Globe 2020/2021, 1a donna classificata e detentrice del record femminile.
Determinato a prendere il via della Vendée 2024 al suo fianco, il Team Banque Populaire ha proposto all'organizzatore diverse soluzioni affinché il regolamento potesse tener conto della situazione delle donne nel Vendée Globe e della questione della maternità.
Tutte queste proposte, così come le richieste per l'attribuzione di una garanzia jolly, sono state respinte, compresa quella fatta qualche giorno fa, e questo è deplorevole.
Per garantire, nonostante tutto, il futuro del progetto nel prossimo Vendée Globe e per quanto riguarda gli investimenti umani (creazione di un team) e finanziari (acquisizione di una barca), il Team Banque Populaire deve purtroppo rassegnarsi a evolvere il suo progetto affidando il timone di Banque Populaire XII a un nuovo skipper il cui nome sarà comunicato nei prossimi giorni.
Banque Populaire avrebbe voluto che la storia iniziata 4 anni fa avesse avuto un finale diverso e ringrazia Clarisse per tutte le emozioni vissute e condivise a terra e in mare.
Questa sfortunata situazione, che sta segnando il destino di Clarisse Crémer, velista di talento che il Team Banque Populaire ha accompagnato fin dalle sue prime uscite a bordo degli IMOCA , dovrebbe consentire di affrontare più ampiamente il tema delle donne e della maternità nella vela.
Impegnata in questo sport da 34 anni, Banque Populaire è impegnata nei valori della diversità e delle pari opportunità ed è determinata a partecipare al lavoro necessario con i vari attori per farlo progredire.
Fine
Il tema è dunque complesso, sia nello specifico che in termini generali. In Italia vediamo una preoccupante tendenza, in atto già da tempo, a diminuire le tutele di maternità senza contare che il precariato sempre più diffuso non le prevede del tutto. Il caso della velista francese suscita clamore ed è auspicabile che tutti le parti, anche e soprattutto gli organizzatori, escano dai loro dogmi regolamentari. Non si può modificare un regolamento accettato da tutti, ma si può creare un precedente utile che consenta a una neo mamma che abbia tutte le qualità tecnico-sportive di prendere parte alla competizione.
Ultim’ora
Mentre scrivevamo queste righe, Le Parisien e Le Figaro hanno pubblicato la notizia che Banque Populaire, a seguito del clamore suscitato, sta considerando il reintegro della velista nel programma Vendée 2024 quale migliore exit strategy.
Giuliano Luzzatto
Twitter: @giulianoluzzatto