Fram, il primo explorer yacht, foto Museo Fram
Fridtjof Nansen e il suo Fram, il primo explorer yacht
Oggi si sente spesso parlare di explorer yacht e si immagina un lussuoso panfilo dotato di tutti i comfort e, prima di tutto, elegante. Ma non è sempre stato così.
L’esplorazione, da cui il nome explorer, è stata sicuramente una delle grandi avventure dell’uomo. Avventura in sé significa arrivare ed è da sempre legata al viaggio, benché vi possano essere avventure anche in amore, in guerra ecc. Quello che qualifica l’avventura è l’incertezza dell’esito e, si spera, il lieto fine, benché vi siano avventure belle in sé poi finite malamente.
Fridtjof Nansen, seduto a sinistra, e i suoi cinque compagni con i quali attraversò la Groenlandia con gli sci, foto Museo Fram
In inverno, come siamo ora, la neve, il vento, il freddo ci ricordano che le ultime esplorazioni sono state quelle polari e che in queste la nave ha avuto una grande parte.
Fridtjof Nansen, un famoso esploratore polare norvegese, tra giugno e settembre del 1888, attraversò la Groenlandia con gli sci e in questa avventura si fece la fama di capo coraggioso e autorevole. In effetti aveva voluto fare la traversata da est a ovest cioè dalla parte disabitata verso quella abitata dell'Isola, proprio per non poter tornare sui suoi passi: "doveva" fare la traversata a rischio della vita. Proprio all’inizio dell’avventura, per attraversare sole 20 miglia di pack in barca a remi, Nansen e compagni furono costretti a salire su una lastra galleggiante in preda alla corrente che, in circa venti giorni, li trascinò 300 miglia a sud del punto di sbarco previsto. Da lì ripartirono, a corto di viveri tra l’altro, per un trekking veramente pericoloso che, salendo fino a 2700 metri di altezza li portò alla civiltà cioè in un porto di poche case, isolato fino alla primavera successiva, da dove una nave li riportò in Danimarca... vincitori.
Il Fram con il grande mulino a vento a poppa, foto Museo Fram
Così, da questo inizio burrascoso, naque il Fram, il primo e forse inarrivabile explorer yacht. Nansen infatti riesce a trovare dai regnanti dell’epoca, appoggi e mezzi per un’altra avventura: verificare se una nave potesse essere spinta al Polo Nord dalla corrente, che i geografi davano per certa, procedendo dalla Siberia verso Est. Sì ma quale nave? Nansen si affidò alla consulenza di un tale Archer, Colin Archer, che aveva un cantiere a Larvik, in Norvegia, famoso per le imbarcazioni di salvataggio. I due concordarono per una nave di 40 x 11 x 5 m che, se stretta dal ghiaccio, si potesse sollevare su di esso, senza farsi schiacciare per via della forma rotondeggiante della sezione trasversale, e sulla quale l’equipaggio potesse resistere fino a 5 anni con viveri e riscaldamento.
I disegni originali del Fram
Tutta in legno, il Fram (che vuole dire “avanti”) fu dotata di doppio fasciame e doppia chiglia, con costole rinforzate a pochissima distanza una dall’altra. I vuoti tra le costole furono riempiti di una miscela di catrame e segatura e sul fasciame interno fu posto un rivestimento in feltro in alcuni punti spesso fino a 30 cm, e infine pannellato in legno per rivestimento delle cabine. Dotato di un motore da 220 HP il Fram aveva elica e timone rientrabili, mentre un mulino a vento installato a bordo, garantiva la produzione di energia elettrica. Armato a goletta a tre alberi e vele auriche, era ed è (perché vive ancora in un museo ad Oslo) un ottimo explorer polare. Con Fridtjof Nansen la nave andò alla deriva per 1055 giorni attraverso l’Oceano Artico in direzione delle isole Spitsbergen, ma il suo palma res rimane imbattibile perché, dopo aver portato Nansen al polo Nord, il Fram portò anche Roald Amundsen verso il Polo Sud.
Il Fram fra i ghiacci, foto Museo Fram