Superyacht in Gallura 2025: 3.114 unità tracciate, +16% sul 2024

Superyacht

13/12/2025 - 11:48

 

Alla conferenza stampa di ieri, 12 dicembre, tenutasi presso Insula Sardinia Experience - non è un semplice ristorante, ma la sede milanese di Insula, la piattaforma di marketing territoriale della Regione Sardegna -, sono stati presentati i risultati del secondo studio sulla presenza di yacht e superyacht nelle acque della Gallura marittima, riferito all’estate 2025. Il lavoro è coordinato dal Centro Studi del CIPNES di UniOlbia in collaborazione con la Direzione Marittima del Nord Sardegna, che fornisce i dati ufficiali, e si basa sul sistema satellitare Pelagus (tracciamento continuo delle unità con identificativo MMSI).

Amerigo Del Vecchio, a sinistra, e Guido Piga

I numeri chiave: MMSI unici e “presenze” di navigazione

Ad aprire e a condurre l’incontro è stato Guido Piga (responsabile della ricerca presso il Centro Studi del CIPNES Gallura), spiegando che l’analisi riguarda esclusivamente unità da diporto (escluse militari e commerciali) nel tratto compreso tra Santa Teresa e San Teodoro, includendo Arcipelago di La Maddalena e Costa Smeralda.

Dalle estrazioni mensili (indicazione fornita: giugno–settembre 2025) emergono due livelli di lettura: 3.114 MMSI unici: imbarcazioni arrivate almeno una volta e conteggiate una sola volta, anche in caso di permanenze prolungate o ritorni. Il dato è indicato in crescita di 425 unità sullo stesso periodo 2024, pari a circa +16%; 93.450 “presenze”: punti di tracciamento legati agli spostamenti (anche minimi) registrati dal sistema, con +30.000 sul 2024. In sostanza: non aumenta solo il numero di barche “diverse”, ma anche la loro mobilità nell’area.

Incrocio dati: 347 superyacht identificati, 21 miliardi di dollari di valore

Il team tecnico (Amerigo Del Vecchio, responsabile transizione digitale del CIPNES, e Giovanni Filippeddu per l’estrazione/elaborazione) ha lavorato sui dataset in formato CSV ottenuti in Capitaneria.

A questo impianto “istituzionale” sono stati affiancati due strumenti esterni, come spiegato da Piga: SuperyachtFan per collegare una parte delle unità a proprietari e specifiche (lunghezza, cantiere, valore stimato); Forbes per un matching sui patrimoni, dove disponibile.

Risultato: tra le unità tracciate, sono stati identificati 347 superyacht “noti” (cioè con profilo proprietario attribuito), con un valore complessivo stimato di 21 miliardi di dollari. Il patrimonio totale dei proprietari associati viene indicato in circa 2.000 miliardi di dollari (2 trilioni), ordine di grandezza paragonato in sala al PIL italiano.

Sul fronte geopolitico dei profili, Piga ha parlato di 51 nazionalità tra i proprietari: USA come gruppo nazionale più rappresentato, ma con un peso “aggregato” europeo (UE + Regno Unito + Svizzera) che complessivamente supera quello statunitense.

Focus Made in Italy: 113 yacht costruiti da cantieri italiani

Uno dei passaggi più rilevanti, in chiave industriale, riguarda l’origine costruttiva: 113 dei 347 superyacht identificati risultano costruiti da cantieri italiani (citati: Azimut|Benetti, Sanlorenzo, Gruppo Ferretti), dato vicino al 40% del campione. Piga ha sottolineato che molte di queste unità “made in Italy” sono di proprietà straniera, a conferma dell’attrattività internazionale del prodotto italiano.

Il presidente del Consorzio CIPNES Gallura, Livio Fideli

Un caso studio “data-driven”: Dragonfly 35 giorni in Gallura

Amerigo Del Vecchio ha mostrato anche l’uso di un tool di interrogazione (con supporto IA) applicato al dataset. Esempio: lo yacht Dragonfly, attribuito a Sergey Brin, è risultato presente 35 giorni nel periodo analizzato e distribuito su più aree della mappa di tracciamento.

Insomma, il dataset non è solo “contabilità dei transiti”, ma può diventare base per analisi di pressione, pianificazione e servizi, se strutturato con query e visualizzazioni.

Regione Sardegna: internazionalizzazione e “spendere bene e in fretta”

Per la Regione è intervenuto Giovanni Dedola (Assessorato all’Industria), riportando i saluti dell’assessore Emanuele Cani e ribadendo la volontà di supportare il comparto. Il punto politico-amministrativo, espresso in modo diretto, è la necessità di ascoltare gli operatori, indirizzare le azioni e soprattutto utilizzare le risorse pubbliche in modo efficace e tempestivo, perché “ci sono treni che non ripasseranno”.

Dedola ha anche richiamato due concetti-chiave: l’opportunità di una Sardegna strategica nel Mediterraneo; la necessità di far percepire, oltre al turismo, l’esistenza di una filiera tecnica (manutenzione ordinaria e straordinaria, servizi) legata al grande diporto.

CIPNES Gallura: destagionalizzare con cantieristica, servizi e formazione

Il presidente del Consorzio (CIPNES Gallura) Livio Fideli ha inquadrato la nautica come asset industriale regionale, con un tema strutturale: oggi il “prodotto” arriva per una finestra stagionale e poi riparte. La risposta proposta è lavorare sulla destagionalizzazione attraverso: cantieristica e assistenza (refit e post-vendita, in senso ampio), crescita della Fiera Nautica di Sardegna (la prossima sarà quinta edizione) e soprattutto formazione: academy per figure richieste dai cantieri, percorsi che uniscono didattica e pratica.

Fideli ha inoltre messo sul tavolo il tema “governance”: crescita dei flussi significa anche criticità (ambiente, rifornimenti, gestione delle rade) che devono essere affrontate con dati e regole.

Direzione Marittima: l’ambiente come infrastruttura economica

Il Comandante Gianluca D’Agostino (Direttore della Direzione Marittima del Nord Sardegna) ha insistito su un punto: questi numeri servono prima di tutto come base di conoscenza per governare un fenomeno che è economico ma anche ambientale.

Comandante Gianluca D’Agostino, Direttore della Direzione Marittima del Nord Sardegna

Ha evidenziato tre fattori che spingono la crescita: qualità dei luoghi; trend globale verso unità sempre più grandi; fattori esogeni nel Mediterraneo, con un esempio preciso: l’azione della Francia contro l’ancoraggio su fondali sensibili (richiamate multe fino a 150.000 euro e impatti sui titoli professionali dei comandanti), accompagnata però da un grande piano di campi boe.

Il rischio/opportunità, letto in chiave competitiva: una parte dei flussi può essere “deviata” dalle regole francesi nel breve; ma quando i campi boe saranno pienamente operativi, la Costa Azzurra potrebbe recuperare attrattività. D’Agostino ha anche citato il potenziale dei blue carbon credit legati alla Posidonia, descrivendolo come un “tesoro” da comprendere e valorizzare in modo sostenibile.

Università: Ingegneria Navale a Olbia e modello “università diffusa”

Sul fronte accademico, Daniele Scopa (Presidente di Facoltà di Ingegneria e Architettura, UniCA) ha rivendicato la scelta: Ingegneria Navale “dove poteva nascere se non a Olbia?”, sottolineando l’integrazione con gli altri corsi, il percorso triennale e l’obiettivo di arrivare ai primi laureati nel 2027, con prospettive di sviluppo anche verso un percorso magistrale e collaborazioni con altri atenei.

A completare il quadro è intervenuto il Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, con una visione di sistema: nessuna “bandierina”, ma lavoro di squadra tra università, istituzioni e imprese. Mola ha citato anche l’approccio delle large facilities: laboratori e macchinari costosi messi a disposizione del territorio (esempio: Polilab) e il modello di università diffusa con poli specializzati (Oristano, Iglesias/terre rare ed economia circolare, ecc.), collegandolo alla necessità di prepararsi a grandi traiettorie future come l’Einstein Telescope.

A sinistra, Aldo Carta, Presidente UniOlbia e Direttore Generale CIPNES Gallura, assieme a Guido Piga

UniOlbia: governance di filiera tra green e innovazione

Aldo Carta (Presidente UniOlbia e Direttore Generale CIPNES Gallura) ha dato una lettura “di filiera”: lo studio è una fotografia utile non per “vanità”, ma per dimensionare un fenomeno economico-industriale che genera indotto locale (servizi, microimprenditorialità, artigianato tecnico) e che richiede due pilastri. Sostenibilità ambientale: senza gestione del carico antropico, l’attrattività rischia di ridursi. Innovazione: lo yachting è un concentrato di materiali, componenti e sistemi; il territorio deve attrezzarsi per competenze, infrastrutture e centri di ricerca e sviluppo.

Carta ha ringraziato la Direzione Marittima per il supporto ai dati e ha anticipato il legame con il progetto sul biometanolo, citando anche la presenza di Paolo Bertetti (Sanlorenzo) come contributo industriale sul fronte R&I.

Biometanolo da FORSU: “circolarità” tra bordo e impianto

Il progetto tecnico è stato illustrato dal professor Flavio Manenti (Politecnico di Milano): trasformare la frazione organica dei rifiuti (FORSU) raccolta a terra — inclusa quella generata dall’intensa stagione nautica — in biometanolo presso l’impianto CIPNES di “Spiritu Santu”.

Manenti ha spiegato la logica chimica in modo semplice: dal biogas si ottengono metano bio e CO₂ biogenica; con reazioni consolidate si produce metanolo, con acqua come sottoprodotto gestibile e in parte riciclabile nel processo; l’obiettivo è ridurre drasticamente la CO₂ rilasciata, trasformandola in combustibile.

Il docente ha indicato ordini di grandezza: alcune migliaia di tonnellate/anno di biometanolo potenzialmente producibili e un primo studio di fattibilità già completato, con successivo passaggio di dettaglio insieme a società di ingegneria per la definizione dei costi. In sala il progetto è stato presentato come iniziativa a forte valenza “pionieristica” per la nautica; sul piano editoriale, è corretto attribuire questa definizione ai relatori e tenere distinto ciò che è già misurato (fattibilità preliminare) da ciò che è da realizzare (business model, governance, tempistiche, supply chain del rifiuto e distribuzione fuel).

Paolo Bertetti, Direttore Innovazione del Gruppo Sanlorenzo

Sanlorenzo: il nodo “capitale umano” e la concorrenza turca

Nel suo intervento, Paolo Bertetti (Direttore Innovazione del Gruppo Sanlorenzo) ha spostato l’attenzione dai progetti alle condizioni abilitanti: oltre agli ingredienti, servono “forni e cuochi”. Tradotto: persone. Tre i messaggi principali: invecchiamento forza lavoro e necessità di trattenere talenti sul territorio; opportunità di formazione non solo per ingegneri e tecnici, ma anche per equipaggi: Bertetti ha citato una media del 95% di crew non italiana sugli yacht, tema che può diventare leva occupazionale per giovani; sfida demografica (natalità) e condizioni per vivere e fare famiglia.

Sul mercato ha aggiunto un elemento competitivo: l’Italia resta leader nella produzione oltre i 24 metri (richiamato “oltre il 50%” della produzione in termini di metri lineari), ma la Turchia cresce più rapidamente, con vantaggio su costo del lavoro e forza lavoro più giovane, e con una strategia di posizionamento “design in Italy” (progetti firmati da designer italiani, componentistica italiana), che può intercettare la domanda “value for money”.

Google: dati, digital twin e infrastrutture “invisibili”

A chiusura, l’intervento di Andrea Fogazzaro (Google) ha messo l’accento sul valore del dato: dalla profilazione dei comportamenti all’aggregazione informativa, fino a scenari applicativi come digital twin, mappature con droni e il ruolo delle infrastrutture (citati i cavi sottomarini che attraversano il Mediterraneo). Un contributo che, nel contesto dell’evento, rafforza l’idea che i dataset di tracciamento possano diventare piattaforma per servizi, pianificazione e gestione.

©PressMare - riproduzione riservata

PREVIOS POST
YachtingDinnerNight Amsterdam: quando il superyacht design si racconta a tavola