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Svelato il prezzo del Figaro 3, il primo monotipo con i foil

Barca a vela

10/12/2017 - 14:42

Parigi, 2 dicembre 2017 – Al Nautic è appena stato ufficialmente presentato il Figaro 3. Durante la cerimonia di presentazione, a bordo del tanto atteso monotipo da regata c’era anche Gianguido Girotti, colui che ne ha seguito lo sviluppo fin dall’inizio. In questa intervista racconta di sé, dell’azienda leader nella nautica da diporto e di questo innovativo progetto proposto a un prezzo vantaggioso, per offrire alla più ampia base possibile di entrare nella vela oceanica in solitario a costi accessibili.

Che ruolo hai in Beneteau e da quali esperienze provieni?

Assieme a Luca Brancaleon siamo entrambi Direttori Generali di Beneteau, con una suddivisione tra area commerciale e sviluppo rete (Luca Brancaleon) e una di marketing e progettuale che fa capo a me, nella quale sviluppo i piani di prodotto sia vela che motore. Il mio percorso professionale inizia con gli studi in yacht design alla Southampton University. In quel periodo, nei periodi di vacanza in Italia, ho iniziato una collaborazione con Giovanni Ceccarelli, mio conterraneo. Con lui ho progettato un ILC 25 e due ILC 30, sui quali ho anche regatato, vincendo tre titoli mondiali. Sono poi entrato nello Studio Frers, dove ho avuto l’opportunità di lavorare per Victory Challenge (sfida svedese alla 32^ America’s Cup) e Amer Sport One (VO60 per Nautor’s Challenge). Sono poi rientrato nella mia Romagna, presso il Cantiere del Pardo come responsabile prodotto, riferendo direttamente a Giuseppe Giuliani, al tempo presidente del gruppo che comprendeva anche Dufour. Ho lavorato per entrambi i brand, con Grand Soleil per la serie Race, coinvolgendo lo Marcelino Botin allora ancora in società con Shaun Carkeek. Nel 2013 Dufour prese altre strade e assieme ad altri manager sono diventato azionista, continuando con l’idea della gamma Grand Large, rilanciando il marchio Dufour con 7 nuovi modelli in due anni e mezzo. Nel 2015 è arrivata la chiamata del gruppo Beneteau come direttore di sviluppo della gamma a motore Prestige, ma dopo il colloquio con la proprietà mi venne proposta la vela di Beneteau, cui ha fatto seguito il motore dopo un anno e mezzo.

Due DG al timone sono una cosa particolare, ma due italiani al vertice di un gioiello della cantieristica francese è ancora più particolare…

In effetti non ci sono molti casi di due Direttori generali, il più noto è il gruppo Accor hotel che si basa su un’organizzazione simile alla nostra, lo scopo è di rendere l'azienda più agile e reattiva. Dopo Carla Demaria, sono stati nominati altri due italiani ma non è un fatto di nazionalità, i nostri profili sono trasversali e internazionali. Il fatto di ritrovarci in due, italiani e della stessa regione (Emilia Romagna) è senza dubbio insolito ma dimostra ancora una volta quanto il primo gruppo al mondo nella nautica da diporto non abbia preconcetti di alcun tipo, anzi punti a una internazionalizzazione cercando in tutti i settori i profili che maggiormente si addicono alle competenze, piuttosto che guardare al luogo di provenienza.

Quale ruolo hai avuto nello sviluppo del Figaro 3?

Sono stato il Project manager per un prodotto particolare che necessariamente non può rispettare i tempi e le modalità della grande serie. In azienda ho dapprima iniziato lo sviluppo dei nuovi Oceanis, subito dopo mi sono occupato della parte perfomance, iniziando nell’ottobre 2015 a mettere le basi del Figaro 3 che è poi andato a gara tra vari studi di progettazione nell’aprile 2016. Abbiamo riaperto il cantiere non più utilizzato di Jeanneau Techniques Avancées (dove venne costruito, ad esempio, il trimarano Fleury Michon), oggi divenuto Group Beneteau Racing Division, dove in futuro potrebbero prendere vita nuovi progetti innovativi. E’ una via di mezzo tra un atelier e una start up che ci ha permesso di testare nuovi processi produttivi con un team più ridotto. Costruire una barca realmente one design significa essere in grado di avere i più alti standard qualitativi, sia per garantire la perfetta uniformità di tutti gli esemplari che la totale affidabilità del pacchetto, il quale non deve richiedere successive modifiche e aggiustamenti. Aggiungo che va prevista anche un’accurata gestione regolamentare di concerto con l’associazione di classe. Un esempio per tutti: le 50 barche previste verranno sorteggiate, per evitare che i primi a riceverle possano allenarsi di più e apportare piccole modifiche o, viceversa, che gli ultimi esemplari prodotti possano avere qualche dettaglio migliorato frutto dell’esperienza delle prime costruzioni.

Chi c’era in gara e perché è stato scelto VPLP?

Inizialmente la classe ci aveva domandato se ottimizzare le barche esistenti oppure proporre un nuovo progetto. La fase esplorativa è stata fatta con Mer Forte di Michel Desjoyeaux, società rimasta come consulente tecnico per i test e lo sviluppo della barca di cui è stata avviata la produzione. Sono stati convocati tre studi, Finot Conq in associazione con Sam Manuard, Van Peteghem-Lauriot Prévost e la stessa Mer Forte. Va specificato che la scelta finale è stata fatta dalla classe, pur tenendo conto delle indicazioni di Beneteau. Personalmente ritengo che VPLP avesse presentato il progetto più interessante, qualcosa che rimarrà come punto di riferimento per i prossimi 10 anni, ma anche le altre proposte erano di altissimo profilo, non è stata certo una scelta facile. Il progetto VPLP è il compromesso ideale tra peso, costi e prestazioni. La barca è all round, deve essere performante e affidabile a tutte le andature, non solo al lasco come un IMOCA, peraltro governato da una regola che lascia libertà progettuali ben più ampie.

Pensate che i foil sviluppati per il Figaro 3 potranno trovare applicazione anche su futuri performance cruiser di Beneteau?

Non così come li vediamo oggi, ma sono sicuro che l’utilizzo di appendici trasversali potrebbe diventare interessante per le barche da crociera. Stiamo lavorando per alleggerire le barche e renderle più confortevoli e in questo i foil “chistera” sono l’ideale. Un foil trasversale potrebbe essere uno stabilizzatore che migliora il comfort a bordo.

Il contrasto allo scarroccio e il lift forniti dai foil non sarebbero stati l’ideale per montare una chiglia basculante?

Si tratta di una questione di omologazione. Il Figaro 3 è una barca di serie che deve navigare in cat A e una chiglia basculante oltre i 10° non avrebbe permesso di ottenere la certificazione. In ogni caso affidabilità e sicurezza sono per noi imprescindibili, 50 partono e 50 devono arrivare. Il Figaro è una barca ad alte prestazioni ma entry level, rende accessibile il mondo delle regate oceaniche in solitario che altrimenti sarebbe inaccessibile ai più. Questa è una filosofia più generale di Beneteau, per scelta la sua produzione vuole essere democratica, con la base di utenza più larga possibile, che si tratti della prima barca di un crocierista o della porta d’ingresso allo yacht racing internazionale. Si tenga conto che il 60% dei partecipanti alla Vendée Globe hanno partecipato alla Solitaire de Figaro, e tutti i velisti top, con la sola eccezione di Alex Thomson, hanno vinto questa regata o alcune tappe.

In quali settori ritieni si siano fatti i più significativi miglioramenti?

Nella riduzione del peso, la costruzione è più leggera e rigida grazie alle nuove forme, grazie ai chines, gli spigoli, che generano strutture più chiuse e solide. Tutta la laminazione di scafo e parti strutturali è integrata in un’unica infusione, solo le paratie sono incollate a parte. Le prestazioni in generale sono aumentate tra il 10 e il 15% rispetto al modello precedente.

Siamo al Nautic di Parigi, ci puoi finalmente rivelare il costo finale della barca?

Si certo, avevamo promesso di comunicare il prezzo in occasione della presentazione ufficiale e soprattutto manteniamo la promessa di offrire il primo yacht monoscafo di serie con i foil a un prezzo veramente competitivo. La prima produzione sarà disponibile esclusivamente agli associati della Classe Figaro ad un prezzo di € 155.000 al netto dell’ IVA. La produzione successiva sarà proposta invece a € 175.000 più IVA.

Fine prima parte dell'intervista. Per leggere la seconda parte clicca qui

Giuliano Luzzatto
@gluzzatto

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