Bénéteau Oceanis 37.1 First Line

Bénéteau Oceanis 37.1 First Line

A bordo del Beneteau Oceanis 37.1 First Line

Barca a vela

11/03/2024 - 08:54

Giuliano Luzzatto è salito a bordo dell’Oceanis 37.1 per raccontare nei dettagli il più recente cruiser a vela di Beneteau.

Dopo la presentazione del Beneteau Oceanis 37.1 in prima mondiale al Cannes Yachting Festival, siamo andati a Port Ginesta, vicino a Barcellona, per toccare con mano e maggior tranquillità rispetto a un salone nautico l’ultimo modello della fortunata gamma Oceanis, quella che Beneteau dedica alla vela da crociera. La versione che il cantiere francese ha portato per le prove in mare è la First Line (da non confondere con la gamma più sportiva First) dedicata agli armatori privati, con qualche raffinato dettaglio in più e maggiori performance grazie alla randa square top e al genoa avvolgibile. Va infatti ricordato che Beneteau, sia come brand di barche a vela che come gruppo multibrand, quando propone un nuovo modello deve necessariamente considerare che tra i migliori clienti annovera i grandi player del charter. Occorre dunque che le sue barche da crociera possano soddisfare sia le esigenze del turismo nautico che quelle del singolo armatore. Ecco dunque che la barca prevede sempre diversi allestimenti di interni e differenti configurazioni di armo e appendici.

Un lascito di Marc Lombard

L’Oceanis 37.1 sostituisce il 38.1 ed è frutto della matita della francese Marc Lombard Design Group per l’architettura navale e dell’italiana Nauta Design per coperta e interni, entrambe firme che vantano una consolidata collaborazione con Beneteau. Per quanto riguarda Lombard, si tratta del terzo modello con il cantiere, è stato disegnato dal team dello studio di progettazione sotto la responsabilità di Eric Levet, ma a noi piace pensare che si tratti dell’ultimo lascito di Marc, mancato a soli 64 anni il 18 settembre 2023, il giorno successivo alla chiusura del Cannes Yachting Festival. Di fatto, la sua malattia lo aveva già portato a passare il testimone a un gruppo di designer, molti dei quali giovani, cresciuti all’interno dello studio, i quali oggi portano avanti la sua visione progettuale.

L'esemplare presente a Port Ginestra per le prove

La nostra analisi a bordo
Guardando la barca ormeggiata - il nostro esemplare era di un elegante blu a contrasto con lo specchio di poppa bianco e ornato da due beautiful line di colore azzurro, di cui una sopra alla linea di galleggiamento - si apprezzano le proporzioni, ben bilanciate. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto: sotto i 40/42 piedi non è facile sposare le esigenze di volumi e abitabilità con l’estetica e il corretto rapporto tra la lunghezza e le sovrastrutture.  Da poppa, colpisce subito un dettaglio che personalmente apprezzo moltissimo, legato alla sicurezza e mutuato dalle barche da regata (Marc Lombard è il padre, tra le tante, del Figaro 2 per restare in casa Beneteau): l’alloggiamento per la zattera autogonfiabile nello specchio di poppa. Sperando di non averne mai necessità, di sicuro sapere che sia pronta all’uso senza doverla estrarre da alloggiamenti recessati è fondamentale in quei concitati momenti. Ai lati di questo alloggiamento centrale la cui chiusura, se ribaltata, diventa uno scalino per facilitare l’accesso a bordo, troviamo due gavoni con ampio volume di stivaggio. La poppa è caratterizzata da una comoda spiaggetta con scaletta, ideale per i bagni in mare e utile per salire a bordo da terra, in alcuni casi potrebbe anche rendere superflua la passerella. In pozzetto, come in tutta la barca, lo spazio è sfruttato con estrema razionalità al fine di offrire un’abitabilità assimilabile a un 40 piedi, un tema comune a tutti cantieri che producono barche di grande serie. Le due ruote del timone sono posizionate lateralmente per facilitare i movimenti a bordo, stessa funzione delle ante abbattibili del tavolo centrale che offre una solida struttura centrale di appoggio in navigazione e suddivisione dell’ampio, relativamente alle dimensioni della barca, pozzetto. Abbiamo inoltre apprezzato le maniglie tientibene, sia a lato del tavolo che sulle colonnine delle timonerie, sempre utili soprattutto per il turismo nautico con persone talvolta alla prima esperienza in barca (quante volte abbiamo visto mani appendersi al timone o a qualche scotta?) A proposito di timonerie, la colonnina di dritta supporta un display Raymarine da 7 pollici, che può essere usato anche come cartografico inserendo la card SD nell’apposito alloggiamento, ben protetto da schizzi e intemperie sotto alla consolle stessa. Sempre dal lato di dritta si manovra a motore, la barca monta uno Yanmar da 40 CV – ma è prevista una versione elettrica con Torqeedo da 12kW per l’uso in acque interne – e si può salpare l’ancora con il sistema fornito da Quick.

Il pozzetto, la spiaggetta e le sedute - che all’ormeggio erano coperte con una cuscineria davvero confortevole - sono in legno, ma non in teak, poiché l’uso di questa essenza comporta la continua e costante riduzione degli alberi esistenti sul pianeta. Beneteau propone un iroko adeguatamente trattato per prevenire eventuali crepe dovute agli agenti meteo marini, noi possiamo affermare che al tatto e alla vista non ha nulla da invidiare al classico teak e si tratta di un’ottima scelta di preservazione di una risorsa naturale ormai rara, qual è il teak.

Dettagli molto apprezzati: la zattera in posizione ottimale, la comoda spiaggetta e il gradino per facilitare l'accesso

Albero, attrezzatura e vele

L’albero in alluminio con sartiame spiroidale e lande a murata è appoggiato in coperta e presenta due ordini di crocette molto acquartierate rendendo così superfluo il paterazzo, a tutto vantaggio della fruibilità degli spazi di poppa, uno schema già adottato su altri Oceanis di minori dimensioni, il 30.1 e il 34.1. Inoltre, la randa square top della versione First Line non trova alcun impedimento nel passaggio da un bordo all’altro. Ovviamente stiamo parlando di barche da crociera che prediligono la facilità di conduzione e lo spazio a bordo, a discapito delle possibilità di regolazione di fino che l’utente medio di questo tipo di imbarcazione non ha interesse a fare. Anche la scotta randa non ha un carrello, ma è rinviata alla tedesca con doppio circuito agli strozzatori vicino ai winch sui paramare, a portata del timoniere. Il 37.1 è infatti pensato per essere manovrato con equipaggio ridotto o addirittura in singolo dallo skipper, immaginando che il resto dell’equipaggio potrebbe anche non avere le competenze sufficienti per essergli di aiuto. I due winch per le scotte sono infatti a portata di timoniere e possono essere utilizzati per la randa, per il fiocco a sovrapposizione o per il Code zero. Da sottolineare che la configurazione standard prevede il fiocco autovirante, particolarmente comodo in caso di bordeggio di bolina stretta se non si dispone di un equipaggio per le manovre. Come opzione è disponibile inoltre il genoa avvolgibile, i cui carrelli longitudinali di regolazione sono sulla tuga, garantendo comunque un punto di scotta molto interno che permette di stringere bene il vento.  Il genoa viene avvolto sull’apposito furler a prua, alla base della delfiniera che funge anche da supporto per l’ancora e sulla quale un equipaggio più esperto può murare un Code zero o un gennaker. Nella versione First Line, questo avvolgitore è più piatto per offrire un punto di mura abbassato, più efficiente dal punto di vista aerodinamico. Caratteristica di questa versione anche i due winch sulla tuga, in luogo di quello standard singolo. I winch sulla tuga servono per le drizze ma anche per la scotta del gennaker, che prevedibilmente non verrà usato nelle versioni da charter.

Le forme di carena

La lunghezza dello scafo è di 10,99 metri, che in realtà corrispondono a 36 piedi e 1 pollice, mentre la lunghezza fuori tutto è di 11, 93 metri inclusa la delfiniera, pari a 39 piedi e 2 pollici. Il baglio massimo è 3,92 metri mentre il pescaggio standard è 2,10 metri ma esiste una versione a pescaggio ridotto di 1,63 metri. Il dislocamento a vuoto è leggero, 6864 Kg di cui 1800 di zavorra. Il cantiere definisce la forma della carena a tulipano, caratterizzata da uno spigolo che da prua corre lungo tutta la murata salendo in modo armonioso verso poppa, con una forma leggermente arcuata. In pratica, i volumi immersi restano relativamente fini e minimizzano la superficie bagnata, mentre dallo spigolo in su i volumi si allargano per offrire sia una maggiore abitabilità interna che un aumento della stabilità di forma ad angoli di sbandamento più elevati. Non solo, questa nervatura contribuisce ad aumentare la rigidità strutturale dello scafo. Per mantenere sempre un perfetto controllo anche a barca sbandata le pale del timone sono due, posizionate all’estrema poppa.

Gli spazi sottocoperta

Gli interni sono sobri ed eleganti, in classico stile Nauta Design, realizzati con pannelli alleggeriti in noce chiaro, con pagliolato in rovere, i tessuti sono beige, l’insieme risulta molto accogliente e luminoso. A sinistra della scaletta il tavolo da carteggio, ormai quasi una rarità su molte barche di questa categoria, la cui seduta è parte del divano a C del quadrato. Attorno al tavolo possono sedere comodamente 6 persone, due delle quali sul sedile centrale, che può scorrere su due rotaie sotto al tavolo, per migliorare la circolazione interna quando non viene utilizzato. La cucina con frigo a doppio accesso e spazi di stivaggio per la cambusa occupano per intero la murata di dritta.

La versione standard prevede due cabine, a prua e a poppa, con un solo bagno e un ampio locale di stivaggio a poppa. Si possono avere due cabine a poppa, rinunciando al matrimoniale king size della singola. Un secondo bagno può essere installato nell’armatoriale a prua, in questo caso il letto anziché king size longitudinale risulta leggermente più stretto e viene disposto in diagonale, parallelo alla murata di dritta.

Condizioni di onda proibitive

Come sanno tutti coloro che vanno per mare, è quest’ultimo a comandare sui marinai. Tante volte ci è capitato di provare barche con un alito di vento, qualche volta in condizioni decisamente impegnative che hanno messo a dura prova lo yacht, in genere progettato per tranquille vacanze estive con brezze e mare piatto. In questo caso le condizioni del mare erano proibitive, in particolare il moto ondoso ci ha impedito di uscire dal porto. Ci siamo trattenuti un giorno in più a Barcellona - con l’occasione siamo anche andati a curiosare al Port America’s Cup visitando alcune delle basi dei team - ma anche il giorno successivo non abbiamo potuto svolgere la prova in mare programmata e trasmettervi quindi le nostre sensazioni in navigazione. Il manager di Beneteau che ci ha illustrato la barca, il quale ha trascorso a bordo anche delle notti, ci ha segnalato che grazie al dislocamento leggero già con 6 nodi la barca si muove con il Code zero, limitando quindi la necessità di usare il motore con aria leggera.

Una barca connessa alla rete

Come su tutti gli altri modelli, Beneteau propone un servizio di connettività a bordo, analogo a quello che molti di noi già utilizzano sulla propria auto. L’app per mobile Seanapps e la sua unità presente a bordo, permettono di monitorare dal proprio smartphone lo stato dei diversi sistemi della barca: il livello delle batterie, del carburante e dei serbatoi d’acqua, le operazioni di manutenzione, oltre a poter pianificare i propri itinerari o fare il punto sulla navigazione.

 

Giuliano Luzzatto

 

 

Dati tecnici

Lunghezza fuori tutto                     11,93 m

Baglio massimo                              3,92 m

Dislocamento                                 6864 Kg

Pescaggio                                      2.1 m/1.63 m

Serbatoio carburante                     130 litri

Serbatoio acqua dolce                   355 litri

Motore                                         Yanmar 40 CV con Saildrive

Certificazione CE                            A8/B10/C10

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