Valutare le barche a vela: due pesi e due misure

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24/08/2024 - 07:58

Per valutare le barche ci sono due pesi e due misure. Anche io per valutare le barche usate uso due diversi criteri, uno funziona per le barche seminuove di serie e l’altro per quelle “classiche” nella più larga accezione del termine.

Primo criterio: anno di costruzione
La barca a vela media fa una crociera all’anno, quattro week end e sei o sette uscite giornaliere. Poi passa un mese in cantiere per fare carena e sistemare le piccole anomalie che si sono verificate in crociera. È un uso leggero che lascia la barca “nuova” a lungo.

Per queste barche seminuove, si può ragionevolmente pensare che la manutenzione sia stata standard cioè che l’armatore sia andato dal meccanico e in cantiere per far carena una volta all’anno, dall’elettricista ogni 5 anni per sostituire le batterie, dal rigger una volta ogni 7 anni per le manovre, al negozio di elettronica e dal velaio per sostituire o riparare vele ed elttronica.

Tappezzerie, paglioli, impianti domestici, sono lasciati alla cura saltuaria di chi usa la barca e, in questo caso, la barca curata dall’armatore unico e scrupoloso, è meglio della barca che fa regate o charter e che lavora di più non sempre sotto l’occhio vigile del padrone. In questo modo, con questo programma di uso/manutenzione diciamo “standard”, la barca scende di prezzo e di prestanza lentamente. I valori di mercato, in base all’anno di costruzione, definiscono abbastanza bene il deprezzamento della barca sulla base del suo invecchiamento.

I fatidici 20 anni
Il tempo però passa, l’albero di alluminio fiorisce, il ponte in teak si solleva, le scritte, la lucentezza e il colore dei fianchi sbiadiscono, il motore sembra sempre più quello di un trattore d’epoca. La barca non è più nuova, se è in ordine e non ha subito danni strutturali, ha un aspetto da veterana di diverse campagne e subisce un progressivoma lento declassamento: se da nuova poteva affrontare l’altomare imbarcando le dotazioni di sicurezza, dopo una ventina d’anni è ideale per uscite costiere senza ansie prestazionali. Vent’anni. Questo è il limite a mio parere che separa le barche seminuove da quelle più anziane. Venti stagioni di uso leggero sotto uno o due proprietari con un cantiere solerte a manutenere, possono lasciare una barca in discrete condizioni. Tuttavia, se si richiedono prestazioni importanti è necessario o auspicabile un ripensamento radicale.

La somma di tutti gli interventi di refitting, posto che la struttura sia integra, rivela che riportare alla piena efficienza una barca di più di vent’anni, che abbia ricevuto una normale manutenzione, non è cosa da poco.

Secondo criterio: refitting permanente Riguardo alle barche di pregio, se l’armatore ha sempre risposto colpo su colpo, anticipando i problemi e cercando di mantenere estetica e prestazioni sempre al top, può capitare che il metro degli anni non risponda perfettamente. Certo, bisogna stare attenti perché la corrosione dei metalli, l’affaticamento della vetroresina e l’inumidirsi del legno, possono portare a dei cedimenti strutturali che potrebbero minare una barca altresì perfetta, in modo abbastanza subdolo. Tuttavia, moltissime barche di pregio, soggette a un refitting permanenete, da vecchie sono in forma come lo erano da nuove. Una cosa che aiuta questo processo è la costruzione in legno in presenza della quale si può intervenire per sostituire una costola o una tavola ammalorata o addirittura una parte della chiglia, senza toccare il resto quando, invece, la corrosione del ferro o l’osmosi della vetroresina possono fiaccare l’intera struttura.

IL REFITTING

Carena.
L’indagine igrometrica rivela spesso una carena umida (mi riferisco alle barche in materiali igroscopici), il timone è pieno d’acqua, la zavorra intaccata dall’ossido nei punti meno protetti e le prese a mare sono da sostituire.

Motore
Il motore a 4.000 ore, se ha ancora compressione, è comunque da rivedere almeno negli accessori, cioè scambiatore, pompa di iniezione, turbocompressore, impianto di scarico, pompa mare, mentre antivibranti, giunto e tenuta vanno sostituiti e l’allineamento è da rifare. L’ insonorizzazione della sala macchine e l’impianto di ventilazione saranno da rinnovare, i serbatoi del carburante da pulire a fondo.

Elettrico
Batterie nuove, caricabatterie e luci di via sono da sostituire inoltre, battere, i cali elettrici almeno quelli maggiori per verificarne l’impedenza non è una cattiva idea. Una pompa di sentina nuova poi non la si nega a nessuno.

Varie
I wc vanno cambiati per decenza, tutti i plexiglass vanno sostituiti, così le guarnizioni in gomma. In coperta non andiamo meglio: il teak, se c’era, è da rifare, pulpiti e candelieri sono da verificare per infiltrazioni e cedimenti, l’albero va messo in terra e verificato in ogni componente, le manovre fisse e correnti vanno sostituite, l’avvolgifiocco revisionato o sostituito, così il verricello e la catena. Le vele se hanno resistito sono da sostituire, l’elettronica di venti anni fa è a dir poco obsoleta.

Il secolo
Quando dico così mi vengono in mente i bei tempi quando osservavo soddisfatto i lavori sul Mariette da Beconcini: bravo il comandante Erick, bravi i marinai, grande il cantiere, pieno di esperienza su ogni aspetto della manutenzione navale. Invece di 20 anni si parlava allora, alla fine del millenovecento, per le barche buone, di superare il secolo.

Michele Ansaloni

 

 

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