Luna Rossa femminile fa la storia, per i Kiwis è subito doppietta

Sport

12/10/2024 - 20:00

Barcellona, 12 ottobre 2024. Il 12 ottobre porta bene agli italiani in terra ispanica, non solo perché in questa data Cristoforo Colombo scoprì l’America – anche se qui in Spagna qualcuno tende a mettere in dubbio il suo luogo di nascita, ma nessuno è profeta in patria e Colombo trovò i finanziamenti per la sua impresa presso la regina Isabella – ma anche perché oggi il team femminile di Luna Rossa ha vinto la prima Women’s America’s Cup, segnando così una data storica.

L’impresa che il team principale di Luna Rossa non è riuscito a compiere - ma dopo aver visto oggi le prime due regate difficilmente avrebbero potuto battere ETNZ - è invece riuscita alle ragazze del team femminile guidate da Giulia Conti, che a caldo ha dichiarato da bordo essere questo il giorno più bello della sua vita. Quella di Luna Rossa femminile è stata innanzitutto una vittoria di team, come hanno chiaramente evidenziato le immagini televisive, con tutte sette le ragazze salite a bordo dell’AC 40 a festeggiare ugualmente partecipi della vittoria. Ecco i nomi delle atlete che hanno fatto la storia: Giulia Conti (timoniera di dritta), Margherita Porro (timoniera di sinistra), Maria Giubilei (trimmer di dritta), Giulia Fava (trimmer di sinistra) cui su aggiungono Giovanna Micol, Alice Linussi e Maria Giovanna Marchesini che hanno costruito la campagna assieme a loro e sono sempre state pronte a sostituirle a bordo se fosse stato necessario. Una nota di merito particolare va all’ottavo membro del team, questa volta un uomo, Simone Salvà, il coach che ha creato un gruppo unico e unito di donne e uomini attorno all’unico AC40 del team. Che bello vedere le ragazze gioire per la Youth America’s Cup vinta dai giovani di Luna Rossa e viceversa oggi, quando è stato il loro turno! Per inciso, Simone Salvà è anche il coach del giovane team spagnolo di SailGP che ha appena vinto la stagione del circuito voluto da Coutts con i catamarani foiling da 50 piedi. Quando Antonio Cabrini era CT della nazionale femminile di calcio, dichiarò aveva ritrovato che tra le donne quello spirito sportivo “vero” che nel mondo del calcio maschile per mille ragioni si era andato a perdere. Senza nulla togliere all’America’s Cup, da testimoni diretti dei dock out degli AC 40 schierati uno accanto all’altro nel porto olimpico e dello spirito di squadra del team femminile di Luna Rossa, ci è tornata in mente quella dichiarazione, così come i racconti di Mauro Pelaschier sull’avventura di Azzurra a Newport ’83, quando le barche erano una accanto all’altra – c’erano solo le ‘gonne’ a nascondere la chiglia di Australia II – e i team fraternizzavano di più tra loro.


Il match race finale per la prima Women’s America’s Cup

In condizioni non semplici, a causa dell’onda formata e del vento instabile sui 10 nodi, Luna Rossa Ha condotto la regata in testa sin dalla partenza, quando da sottovento si è allungata dando i rifiuti d’aria alle britanniche. Nella prima bolina, il team italiano si è diretto sulla sinistra del campo e poi, tenendo sempre sotto controllo le avversarie, ha girato la prima boa con un vantaggio di 6 secondi. Nella poppa le ragazze italiane hanno mantenuto alta la concentrazione ed eseguito tutte le manovre in maniera veloce, corretta e pulita. In nessuna occasione, nonostante gli sforzi del team britannico che in un paio di occasioni si è fatto sotto, Luna Rossa ha lasciato spazio per una rimonta, conducendo in modo esemplare e vincendo così la prima Women’s America’s Cup. Le scene di giubilo riprese in diretta a bordo resteranno nella storia, così come, per la dura legge dello sport, le lacrime a stento trattenute dalla timoniera britannica, la plurimedagliata olimpica Hanna Mills.
Nel video di Pressmare realizzato in mixed zone Margherita Porro e Maria Giubilei hanno raccontato la loro avventura in America’s Cup, vale la pena ascoltarle.

La finale di Women’s America’s Cup è andata in scena tra i primi due match della 37^ America’s Cup che hanno visto la supremazia di ETNZ. Se nella prima regata gli inglesi sono partiti decisamente più lenti, nella seconda anche una partenza perfetta non gli ha permesso di sopravanzare il Defender. Sir Ben ha dichiarato che si aspettava una superiorità dei neozelandesi, ma ha anche spiegato che in entrambe le regate avevano sbagliato il fiocco, troppo grande nella prima, quando il vento è salito e troppo piccolo nella seconda, quando è calato. In ogni caso, l’inferiorità della barca è minima e sarà possibile per Britannia segnare almeno alcuni punti.

Giuliano Luzzatto

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