Naufragio del Bayesian: i fatti, le ipotesi e la nuova traccia del vetro crepato

Editoriale

12/05/2025 - 14:58

Robcornelis Maria Huijben Uiben, olandese di 39 anni, è il nome del subacqueo professionista purtroppo deceduto durante le operazioni che dovranno riportare in superficie l’ormai famoso Bayesian, il veliero Perini, lungo 56 metri, affondato all’alba dello scorso 19 agosto in prossimità di Porticello, in Sicilia. L'area, già sorvegliata, è stata posta sotto sequestro e le operazioni di recupero dello yacht sono state sospese. Fin qui i fatti degli ultimi giorni perché anche le cause della morte del sommozzatore vanno confermate. Da quanto riportano alcuni autorevoli media, il 9 maggio ci sarebbe stata un'esplosione mentre Huijben, impiegato dalla società marittima incaricata del recupero, l’olandese HEBO, stava utilizzando un cannello ossiacetilenico per tagliare l’albero del Bayesian. Lo scoppio, causato dal malfunzionamento del cannello o da altri guasti da individuare, avrebbe provocato il distacco di un pezzo di metallo che ha colpito l'operatore, uccidendolo. L'ipotesi, suffragata dalle immagini che vengono realizzate per documentare il recupero dell'imbarcazione, dovrà essere confermata dall'autopsia, in programma nei prossimi giorni all'istituto di Medicina legale del Policlinico.

La nave gru olandese HEBO 10, cui è affidato il recupero

Naufragio del Bayesian: i fatti accertati

All’alba del 19 agosto 2024, il superyacht a vela Bayesian — un Perini Navi di 56 metri battente bandiera britannica — è affondato improvvisamente. Il mare, fino a quel momento calmo, è stato investito da un fenomeno meteorologico improvviso e violento. In pochi minuti, l’imbarcazione si è inabissata, trascinando con sé sette persone. Tra le vittime: il magnate britannico Mike Lynch, sua figlia Hannah, i coniugi Jonathan e Judy Bloomer, i Morvillo, e lo chef di bordo Recaldo Thomas. Altre quindici persone sono state tratte in salvo.

Il Bayesian era ancorato a circa 300 metri dalla costa, in acque calme, prima dell’evento meteorologico.

Il downburst che ha colpito la zona ha rovesciato completamente la barca in meno di 20 minuti.

Il relitto è integro sul lato visibile, ma la fiancata dritta, appoggiata sul fondale, non è stata ancora ispezionata. Tutti i portelloni e le porte stagne finora raggiunti risultano chiusi. Non sono state riscontrate anomalie evidenti alla chiglia mobile basculante.

Naufragio del Bayesian: le ipotesi investigative finora emerse

Dalle indagini della Procura di Termini Imerese, coordinate dai PM Concetta Federico e Raffaele Cammarano con il supporto dell’ing. navale Alessandro Biriaco e della Guardia Costiera, stanno emergendo elementi che compongono uno scenario complesso, ma potenzialmente molto più tecnico che misterioso.

Tra le principali ipotesi: un guasto tecnico antecedente all’arrivo in rada, dove il Bayesian ha trascorso la sua ultima notte; il vetro antisfondamento tra sala macchine e control room.

Secondo una ricostruzione riportata oggi dal Corriere della Sera, infatti, il Bayesian avrebbe subito un guasto prima di raggiungere Porticello. Questo avrebbe causato l’ingresso d’acqua in uno o più compartimenti, forse nella sala macchine o nella zona poppiera adiacente. La tempesta, in tal caso, sarebbe stata solo una concausa dell’affondamento. Un video girato dai sub all’interno del relitto mostra un vetro antisfondamento crepato a ragnatela, ma non infranto. È bombato verso l’interno della control room, dettaglio che indica con forte probabilità un’infiltrazione di acqua ad alta pressione dalla sala macchine. La pressione idrostatica esercitata dall’acqua suggerisce che la sala macchine si sia allagata prima della stanza di comando.

Mike Lynch

La porta stagna tra sala macchine e control room era chiusa, e anche gli altri accessi ispezionati risultano sigillati. Tuttavia, esistono altre vie d’ingresso, come le prese a mare, gli assi delle eliche o le bocche d’uomo, che potrebbero aver ceduto. Finora non è stato trovato alcuno squarcio nello scafo, ma una porzione resta nascosta dal fondale.

Testimoni raccontano che l’albero di 72 metri era illuminato, ma al momento della tempesta le luci si sono spente. Questo dettaglio suggerisce che il gruppo elettrogeno posto in sala macchine si sia fermato prima del rovesciamento: la sala macchine è stato il primo ambiente del sottocoperta ad allagarsi?

La testimonianza del comandante Karsten Börne Borner del Sir Robert Baden Powell (veliero ormeggiato vicino al Bayesian) solleva un’ulteriore questione: “Ho visto la perturbazione arrivare, ho svegliato tutti, acceso i motori e messo la prua al vento”. Il Bayesian, invece, non ha reagito in tempo. Il comandante James Cutfield, l’ufficiale Griffiths e il motorista Tim Parker Eaton, tutti indagati per omicidio colposo e naufragio, sostengono di essere stati colti di sorpresa. Ma resta da chiarire come due unità così vicine abbiano avuto reazioni opposte.

Già nelle scorse settimane si era ipotizzato un cedimento di uno dei grandi vetri laterali. Alcuni sopravvissuti hanno riferito di aver camminato su frammenti di vetro mentre fuggivano. La natura e la posizione del vetro danneggiato saranno elementi fondamentali per ricostruire la dinamica interna dell’allagamento.

Alcuni esperti hanno ipotizzato che l’imbarcazione non fosse correttamente orientata rispetto al vento. Un posizionamento errato, unito a condizioni meteo estreme, potrebbe aver contribuito al ribaltamento.

Le famiglie delle vittime chiedono verità e giustizia. L’avvocato Mario Bellavista, che rappresenta la famiglia dello chef Recaldo Thomas, ha dichiarato: «Avremo conferme delle ipotesi dei magistrati… e sono tutt’altro che complottiste». Di contro, l’avvocato Giovanni Rizzuti, difensore del comandante Cutfield, ha ribadito l’estraneità del proprio assistito: «Gli accertamenti dimostreranno la totale correttezza delle sue azioni». La tensione legale cresce in attesa del recupero del relitto, previsto — se tutto andrà come da programma — non prima del 25 maggio.

Sul naufragio del Bayesian si sono intrecciate trame, ipotesi complottiste e accenti da thriller internazionale, fino a presunti sabotaggi e la prevedibile “maledizioni del relitto”, avanzata dopo la morte del sub olandese: quando il mistero incontra la notorietà delle vittime, la narrazione pubblica rischia di sfuggire al controllo.

Eppure, come più volte ribadito da PressMare, è proprio in questi casi che il giornalismo deve tornare al suo ruolo originario: raccontare i fatti, distinguere tra realtà e suggestione, lasciare che siano le indagini tecniche a fare luce. La tragedia del Bayesian richiede rispetto, rigore, attesa. Le risposte non si trovano tra le righe di una teoria, ma tra le prove concrete che solo il relitto potrà offrire. E fino a quel momento, tutto il resto resta soltanto un’ipotesi.

©PressMare - riproduzione riservata

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