
Il Castello Aragonese simbolo di Taranto, fonte Wikipedia
Taranto: 5.000 nuovi posti di lavoro e nuove prospettive industriali anche per la nautica
Taranto si prepara a un’importante transizione industriale grazie a 15 nuovi progetti presentati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), che promettono la creazione di oltre 5.000 posti di lavoro. Un segnale di rilancio per una città storicamente legata alla grande industria, ma oggi chiamata a reinventarsi in chiave tecnologica, sostenibile e integrata.
I progetti approvati abbracciano numerosi comparti strategici: siderurgia, cantieristica navale, nautica da diporto, aerospazio, logistica, energia eolico-offshore, meccanica, intelligenza artificiale e data center. Si tratta di una visione sistemica del futuro industriale jonico, capace di coinvolgere l’intera filiera della produzione e dei servizi, comprese le opportunità legate al mare.
Tra le imprese coinvolte figurano nomi di primo piano del tessuto industriale nazionale, come Fincantieri, Toto Holding-Renexia, Webuild Group, Mermec, iGenius e Cantieri di Puglia, a testimonianza di un interesse concreto per Taranto come possibile hub produttivo marittimo-tecnologico.
A supporto dell’iniziativa, il MIMIT ha istituito un tavolo permanente per seguire gli iter autorizzativi, coordinare le azioni con enti locali e nazionali, e garantire continuità nei processi decisionali. Lo strumento servirà anche a veicolare fondi pubblici e privati per accompagnare i progetti fino alla realizzazione.

Il precedente: Ferretti Group e il progetto sfumato
Questa rinnovata attenzione per Taranto riporta alla memoria la notizia del 2023, quando la realizzazione di un polo produttivo dedicato alla costruzione di yacht e imbarcazioni da diporto, da parte del Gruppo Ferretti, proprio nell’area portuale tarantina, sembrava cosa fatta. Il progetto, annunciato per la prima volta nel 2021 e inizialmente accolto con grande entusiasmo, avrebbe dovuto portare investimenti per oltre 70 milioni di euro e la creazione di centinaia di posti di lavoro diretti e indiretti.
Tuttavia, Ferretti lo scorso anno rinunciò all'iniziativa, giustificando la scelta a causa di rallentamenti burocratici, vincoli ambientali non risolti, incertezze normative e soprattutto della mancanza di risposte certe in merito alle autorizzazioni urbanistiche e portuali necessarie. La decisione, oltre a scatenare polemiche con politica e istituzioni, fu un duro colpo per le prospettive di sviluppo della città, da anni alle prese con la crisi del comparto siderurgico e dell'Ilva, principale risorsa economica e occupazionale del territorio.
L’inserimento di nuovi progetti legati alla cantieristica navale e alla nautica da diporto tra le iniziative approvate dal MIMIT, restituisce ora una nuova opportunità per il rilancio del settore nautico nell’area ionica. La presenza di soggetti industriali strutturati e il coinvolgimento attivo delle istituzioni potrebbero creare le condizioni per recuperare il terreno perso e posizionare Taranto come un polo strategico anche per la produzione nautica.
In questo contesto, sarà fondamentale garantire chiarezza normativa, rapidità amministrativa e infrastrutture adeguate, per attrarre investimenti duraturi e far sì che Taranto non sia solo un luogo di passaggio per i progetti, ma un punto di riferimento permanente per l’intera filiera del mare.
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