Cannes Yachting Festival 2023
Cannes Yachting Festival 2023: trend e topics
Il Cannes Yachting Festival, primo salone dell'anno nautico 2024, dal punto di vista del business ha dato risposte positive soprattutto per la nautica di grande taglia. Per gli yacht sopra i 20 metri e in genere sui top di gamma dei cantieri, le vendite non sono mancate anche se non sono stati raggiunti gli ordinativi record delle due precedenti edizioni.
Per le barche di taglia più piccola una delle cause del rallentamento decisamente più accentuato del mercato è stato sicuramente il peggioramento del quadro economico generale, dove l'inflazione alta ha fatto impennare i costi degli strumenti finanziari che supportano l'acquisto: l’importo delle rate nell'ultimo anno è quasi raddoppiato.
L’afflusso al Cannes Yachting Festival 2023 è stato in linea con la ridotta mobilità turistica dell'estate 2023, ma possiamo testimoniare che le barche sono state comunque visitate, segno che a casa sono restati soprattutto gli indecisi e i perditempo.
Leitmotiv della comunicazione di tutti i cantieri è stata la sostenibilità: almeno a parole tutti hanno l’obiettivo di ridurre l’impronta generata dallo yachting sull’ambiente, capiremo nelle stagioni a venire se si è trattato di puro marketing o altrimenti di un effettivo trend di sviluppo della nautica green.
Poche delle barche nuove, da questo punto di vista, presentano oggi una tecnologia realmente innovativa e sostenibile e comunque per ottenere risultati che vanno verso la decarbonizzazione, in termini costruttivi e di utilizzo, ogni barca con contenuti green può arrivare a costare fino al 40% in più dell'equivalente modello tradizionale, un bel freno alla diffusione. In ogni caso è evidente l'intenzione di creare barche con un forte appeal per chi pensa alle sorti dell'ambiente. Non a caso si è parlato in modo approfondito di carburanti alternativi a benzina e diesel tradizionali, e di analisi strutturali sempre più raffinate per contenere dove si può il peso delle barche per renderle meno energivore in navigazione.
Sempre più diffusa l'infusione che, anche se non necessariamente riduce drasticamente i pesi delle costruzioni, riduce drasticamente le emissioni di sostanze volatili, così come l’utilizzo del carbonio specie per le sovrastrutture di coperta e i top: grazie a questa soluzione le barche sono più leggere e a beneficiarne è soprattutto il loro baricentro che abbassandosi migliora la stabilità degli scafi. Continuano a vendersi i RIB, a Cannes ne abbiamo visti di ogni tipo con un dominio dei modelli oltre i 10 metri di lunghezza, sempre più equiparabili per contenuti e allestimento a dei veri e propri yacht. Dilagante in questo specifico mondo le motorizzazioni fuoribordo da 300 a 600HP, anche con installazioni quadruple.
La trasmissione azimutale, invece, è sempre più padrona del mercato delle barche in composito, ormai si vede fino a installazioni anche di 130'. Sui modelli fino a 50 piedi è ormai una partita tra fuoribordo e IPS, mentre sporadici iniziano a essere gli scafi con i piedi poppieri. Il desiderio degli armatori di avere sempre più volumi interni a disposizione, evidente nella crescita talvolta ipertrofica di molti cruiser di taglia piccola e media, si palesa anche su yacht da 30 metri in su, dove sono in crescita i motoryacht con architettura wide body, con tuga full beam o coperture completamente rigide che arrivano fino quasi all'estrema prua.
Una scelta che se per qualcuno può risultare discutibile in un'ottica di estetica classica, ha l'indubbio vantaggio di rendere la barca riconoscibile e dotata di una sua peculiarità, cosa che in un mondo che tende un po' troppo a clonarsi ha un suo peso.
A proposito di cloni, nel mercato delle imbarcazioni a motore open continua la proposta di modelli walk around di ogni dimensione, presentati da cantieri di ogni latitudine e longitudine. È la testimonianza del successo di questa tipologia ma è anche il limite di tanti modelli visti a Cannes, copie difficili da distinguere l’una dall’altra.
Chi ha saputo elaborare un concept diverso, pur producendo walkaround, sono i cantieri nord e mitteleuropei nel senso che costruiscono le loro barche in Polonia. Oltre ad aver portato gli standard di quella cantieristica ad ottimi livelli, propongono barche “furbe”, progettate con grande cura all’insegna dell’estrema versatilità, capaci di adattarsi a qualsiasi passione che i loro armatori coltivino oltre a quella di navigare. T-top robusti come e più del tetto di un’autovettura per caricarci sopra bici, sup, wings, board ecc., barche col doppio prendisole ma all’occorrenza ben protette da tendaggi o da sovrastrutture di coperta che le rendono utilizzabili anche con clima avverso. Il loro successo commerciale, migliaia di esemplari venduti nel 2022, stimolerà altri cantieri a cimentarsi su questo concept.
Catamarano mon amour: l'offerta sia nell’ambito vela sia nel motore cresce anno su anno, vale per le taglie piccole ma anche per gli over 60'. I più recenti catamarani a motore non sono più quelli a vela senza albero, ma progetti appositamente nati per la propulsione a elica, quindi più stretti per affrontare meglio le onde del Mediterraneo e per essere meno "impegnativi" in termini di costi di ormeggio nei marina. Continuano a nascere nuovi marchi, sia nelle taglie piccole sia nelle grandi, segno che il settore interessa gli imprenditori e anche di una relativa semplicità nel produrre il proprio prototipo.
L'elettrico tira, ormai interpretato in varie forme, dai pannelli fotovoltaici sparsi per tutta la barca, anche sulle murate fino alle diverse proposte full electric e ai molti ibridi. Foil, ancora a livello di concept ma sempre più vicini alla produzione.
Per quanto concerne la vela, che occupa una quota di mercato di circa il 20%, la scelta del Cannes YF di posizionarla interamente a Port Canto comporta pro e contro. Il vantaggio più evidente è per chi fosse interessato solo a questo settore, tutto riunito in un'unica area. Lo svantaggio è l’effetto “succursale” per cui una fetta di pubblico generalista, che difficilmente però viene con la motivazione all’acquisto, resta “in centro”, su Vieux Port. Per le prossime tre edizioni le cose saranno però destinate a cambiare (questo il link al pezzo sul nuovo lay out) e il baricentro si sposterà almeno parzialmente su Port Canto, con l’arrivo dei megayacht e delle imbarcazioni a motore più piccole.
Cannes è il luogo dove la prolifica industria velica francese, ma anche quella tedesca, presenta le anteprime assolute, e così è stato anche in questa edizione. La tendenza che tutti seguono è la massimizzazione dei volumi interni, talvolta, ma non sempre, a discapito dell’estetica generale della barca. Pur non avendo provato barche a vela (cosa logisticamente più complessa rispetto a un’uscita a motore all’alba, come sovente accade a Cannes) possiamo però notare che gli architetti disegnano linee d’acqua raffinatissime, che minimizzano la superficie bagnata e poi sfruttano i grandi volumi richiesti all’interno per ottenere molta stabilità di forma a barca sbandata.
A proposito di interni, dopo almeno 15 anni di tendenza ai legni decappati e chiari, va segnalata l’avvisaglia di un ritorno a essenze più scure, nei casi più raffinati anche teak (rigorosamente da piantagioni sostenibili), ma declinate in modo completamente diverso rispetto ai tradizionali interni in teak di un tempo. Parliamo di 3 o 4 barche di alta gamma, ma tanto basta a immaginare che questa tendenza potrebbe venir scalata sulle imbarcazioni di produzione.
Sul piano della sostenibilità, su molti modelli vengono proposte motorizzazioni ibride ed elettriche, e l’ammiraglia a vela per i monoscafi, il Southern Wind 96, è il primo yacht con motorizzazione ibrida del cantiere sudafricano. Abbiamo poi il capitolo, che non approfondiamo qui, dei compositi con fibre e soprattutto resine ecologiche, che possono essere separate per la fase di dismissione dello scafo.
I catamarani infine, già citati prima e da sempre un cavallo di battaglia dell’industria nautica francese che li ha saputi promuovere a livello globale. A Cannes ce n’erano molti modelli differenti, non solo francesi, anzi. Si tratta sicuramente della tipologia di yacht a vela in maggior crescita spinto in gran parte dal settore del charter, ma abbiamo visto a Cannes vere e proprie ville sul mare evidentemente armatoriali.
Una delle ragioni è data dall’innalzamento dell’età degli armatori, dopo anni su monoscafi a vela, oppure provenendo dai motoryacht, trovano nei catamarani comfort, spazio e tranquillità. Lagoon, brand del Gruppo Beneteau nonché il più importante player del settore, propone modelli sempre più grandi e lussuosi ma per ora utilizza la stessa piattaforma sia per i modelli a vela che quelli esclusivamente a motore. Infine, sul mercato dei multiscafi inizia a farsi più consistente la tipologia dei performance cruiser, così come già avviene per le barche a vela monoscafo. Non solo comfort ma anche prestazioni. Al momento ci sono ancora pochi modelli, ma siamo certi che sarà il trend per il prossimo futuro.
Angelo Colombo, Giacomo Giulietti, Giuliano Luzzatto, Fabio Petrone