Joker Boat, un'azienda che ha fatto la storia del gommone

Battello pneumatico

15/01/2025 - 09:08

Guardando nel nostro grande archivio della nautica, sfogliando il faldone degli anni ‘70 abbiamo ritrovato un mondo in pieno fermento. “Tutti al mare”, cantata da Gabriella Ferri, fotografava la voglia di leggerezza e di felicità per una società che, dopo il boom del decennio precedente, stava vivendo un momento difficile, pieno di contrasti sociali, toccato anche dalla prima grande crisi del petrolio. La voglia di mare pian piano era divenuta però anche voglia di barca: possedere un semplice guscio coronava il sogno dell’italiano medio di potersi allontanare dalla costa per sentirsi re in un proprio angolo di paradiso.

Proprio negli anni ’70 presero sempre più piede i gommoni, natanti simbolo della nautica per tutti. All’inizio guardati quasi con sospetto da chi già possedeva una barca, convinsero gli scettici per comodità, versatilità, sicurezza ma anche perché erano smontabili, più facili da trasportare di una barca e da conservare quando non utilizzati, volendo anche in cantina. Insomma, erano perfetti per iniziare alla navigazione anche chi non era mai stato al timone.

Fra le numerose aziende produttrici di battelli pneumatici che comparvero al tempo e che oggi non ci sono più, si segnalava anche la EuroNautic Sport dove un giovane artigiano con grande voglia di fare e di crescere, Giuseppe Ajello, ebbe modo di affinare le proprie capacità. A quel tempo i gommoni erano davvero costruiti totalmente a mano, con la gomma tagliata e assemblata con un lavoro che somigliava assolutamente a quello di una sartoria sia per ciò che riguardava i tubolari sia per il fondo, che non era in vetroresina come oggi ma in tessuto. La carena era pneumatica, altrimenti sui modelli più grandi e performanti prendeva forma grazie a una chiglia in legno che veniva montata all’interno del battello e poi coperta da un pagliolato in legno. Tutto doveva essere realizzato con tolleranze minime e con la massima attenzione per non rovinare i tessuti in neoprene, ottimi per la tecnologia del tempo ma non certo paragonabili a quelli disponibili oggi sul mercato.

Nel 1979 l’abile Giuseppe Aiello decise di mettersi in gioco prendendo una propria strada imprenditoriale. Fondò la Joker Boat, un marchio che guardando nei successivi faldoni del nostro grande archivio non è più mancato, anzi ne ha arricchito le pagine. Quella di Giuseppe Aiello e della sua Joker Boat, diviene infatti la storia di una family company italiana di successo, di un brand che dopo aver ottenuto grandi consensi sul mercato domestico è riuscito a varcare i confini divenendo un riferimento anche per tanti appassionati di nautica e di gommoni a livello internazionale. Rispondendo alle esigenze della clientela del tempo, tutto iniziò con la produzione di gommoni di dimensioni contenute con una gamma che partendo dai tender di 2,50 metri di lunghezza, aveva al top un modello di 5,20 metri, misura che negli anni ’80 era la fascia alta del mercato.

Ancora in quel periodo Giuseppe Aiello lanciò la linea Joker Boat Coaster, battelli pneumatici con misure sempre inferiori ai 6 metri – il più grande fu il Coaster 550 - che però voleva intercettare le esigenze di una clientela già evoluta, che oltre alla praticità tipica dei battelli pneumatici, ambiva a una vita di bordo più confortevole, data da una maggiore cura negli allestimenti. Si trattava comunque di natanti per tutti, perché sostanzialmente conducibili tutti visto che il limite per i motori senza patente era fissato a 25 HP: Joker Boat riuscì a produrne fino a oltre 1.000 l’anno, un numero incredibile!

L’entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 10 maggio 1988, che innalzò la soglia della potenza dei motori marini conducibili senza patente da 25 HP a 40 HP, ebbe ovviamente una forte ripercussione sul mercato, invogliando i clienti di quella che era considerata la “nautica minore” a cercare modelli di dimensioni più grandi. Joker Boat reagì subito alla novità normativa e al Salone Nautico di Genova di quello stesso anno portò al debutto il primo modello della linea Clubman, che si può realmente definire una pietra miliare sia per il cantiere sia per la storia della nautica. L’evoluzione della gamma Clubman, ancora oggi presente nei listini Joker Boat, in questi anni ha rispecchiato il modo di fare gommoni che Giuseppe Aiello ha sempre avuto in testa, puntando sulla qualità del prodotto con grande attenzione all’evoluzione tecnologica e soprattutto all’evoluzione dei costumi, dello stile di vita e quindi dalle necessità della clientela.

Fra i primi costruttori ad adottare la carena rigida, in vetroresina, in grado di accrescere le doti marine e le prestazioni dei propri battelli pneumatici, Giuseppe Aiello è stato l’esempio dell’imprenditore che ha sempre affrontato il suo ruolo con concretezza, dando solidità all’azienda ma anche guardato avanti. L’eredità degli oltre 50.000 battelli prodotti dalla fondazione di Joker Boat, offrono la misura di quanto il cantiere lombardo e soprattutto di chi lo ha creato, abbia inciso nel settore ma anche a livello sociale, dando occupazione, legandosi al territorio come una ricchezza.

Quella della qualità, come detto, è una cultura nativa in Joker Boat, tangibile anche su ogni battello prodotto a partire dai tubolari - oggi realizzati con tessuti in sandwich di trevira, hypalon e neoprene – ma diffusa in ogni particolare presente a bordo in modo da garantire affidabilità, sicurezza e, non ultimo, durata. Una conferma la dà il mercato dell’usato dove i modelli Joker Boat hanno massima considerazione e vengono spesso definiti “assegni circolari” per la loro rivendibilità.

Saldo nelle sue origini, il cantiere di Cologno Monzese ha attraversato il tempo e sempre sotto la stessa proprietà continua a guardare al futuro con immutata voglia di fare impresa, con la stessa mission di accontentare ogni cliente, di offrirgli non solo un prodotto al top ma anche un servizio di assistenza e post vendita consono. La forza di Joker Boat, infatti, è anche nella propria rete di dealer, selezionati con cura nel tempo per poter offrire standard di livello, che negli anni si è andata diffondendo in Europa e nel mondo: Slovenia, Principato di Monaco, Andorra, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Bosnia, Grecia, Ungheria, Repubblica Ceca, Turchia, Cipro, Danimarca, Portogallo, Thailandia, Srilanka, Singapore… Joker Boat è un marchio emblema del miglior Made in Italy.

Giuseppe Aiello ha sempre guardato arricchendo la sua proposta di modelli che oggi si articola su tre distinte gamme. Accanto ai citati Coaster, oggi prodotti in tre misure – oltre al 5,20, attualmente il più piccolo nel listino Joker Boat, ci sono il 580 Plus e il 6,50 Plus - c’è la gamma Barracuda. Si tratta di due battelli, il 580 e il 650, fatti ad hoc per gli appassionati della pesca sportiva che, com’è noto, fra i diportisti che hanno più pretese, quelli che le barche le strapazzano, che escono in mare anche in inverno o col mare mosso. Pescare da un gommone, utilizzarlo per partecipare ai tournament, alle gare di pesca, cosa che qualche tempo fa veniva presa come un’eresia, dimostra quanto il livello della gamma Barracuda sia affidabile in tutti i sensi.

Infine, la gamma Clubman declinata oggi in otto lunghezze, dai 21 ai 35 piedi dell’attuale ammiraglia del brand, che è anche l’emblema di come Joker Boat sia stata attenta al variare del mercato. Il design di questo maxi rib cabinato, affidato come per altri modelli Joker Boat a Federico Gerna, è elegante e funzionale, arricchito da diversi dettagli di stile e da un’ampia cartella dalla quale pescare il colore preferito per i tubolari: l’attenzione al particolare posta dal costruttore sul battello è ancora quella del miglior artigianato nautico. Comodo per la famiglia, sportivo per accontentare chi dal proprio scafo vuole prestazioni, può essere personalizzato con soluzioni praticamente ad libitum.

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