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Il lutto per il Papa e lo sport di base
In data 22 aprile, Pressmare ha immediatamente pubblicato il comunicato del CONI nel quale il presidente Malagò invitava le Federazioni sportive a sospendere tutte le attività programmate per sabato 26 aprile 2025, come forma di rispetto per le esequie di Papa Francesco. Questo dopo un analogo provvedimento per il 21 aprile, nell’immediatezza dell’evento.
A circa 24 ore da tale pubblicazione, viste le difficoltà pratiche e logistiche che stanno affrontando gli organizzatori di tutto lo sport di base, spesso sostenuto da piccoli sponsor locali e dal portafoglio di privati e appassionati, è necessaria una riflessione sulle conseguenze che le decisioni della Presidente del Consiglio e del suo entourage di consiglieri abbiano sulla vita quotidiana dei cittadini, con quale obiettivo esse vengano prese e, soprattutto, a quale idea di vivere collettivo – leggasi Stato – esse appartengano.
Si badi bene, come testata nautica non vogliamo entrare nella polemica del “sobrio 25 aprile”, ma ci chiediamo quale sarà il costo di tale decreto per gli sportivi veri, quelli che lo sport lo praticano sul campo e non sugli spalti della serie A di calcio. Perché se il segnale fosse stato quello di fermare la Serie A (e magari pure la B) poteva pure essere compreso, tanto abbiamo constatato che i costi di tali attività ricadono in un modo o nell’altro sull’intera collettività. Qui invece il singolo è chiamato a pagare trasferte che non effettuerà, gli organizzatori a restituire le quote di iscrizione a qualsivoglia gara pur avendone sostenuto tutti i costi. Nessuno li rimborserà…
Poiché la pervasività delle federazioni sportive a livello di base è spesso contestata, anche giustamente, iniziative come questo DPCM e la sua attuazione non potranno che ampliare ulteriormente il divario.
Prima di scrivere queste poche righe, abbiamo fatto un giro di opinioni tra colleghi e sportivi, alcuni di provata fede cattolica. Questi ultimi in particolare, ci hanno detto che papa Francesco non avrebbe mai approvato tanto clamore per la sua morte, che sono molto lieti di osservare un minuto di silenzio per ricordarlo ma che trovano pretestuoso e fuori luogo quanto imposto. Aggiungiamo noi: tra l’altro emanato da un governo che nei fatti e talvolta anche a parole si è frequentemente espresso contro Papa Francesco.
Infine, chi scrive crede nello stato laico dove vige la separazione tra la legge statale e quella religiosa. Con rispetto per Papa Francesco, i fatti di queste ore rendono evidente come in un battito di ciglia siamo passati da repubblica democratica e laica a stato teocratico: Repubblica Pontificia… mala tempora currunt sed peiora parantur.
Giuliano Luzzatto
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