Perini Navi 56m Bayesian
Affondamento Perini Bayesian: facciamo il punto a 40 ore dalla tragedia
Continuano incessanti le operazioni di soccorso sul relitto del Perini Bayesian, a 50 metri di profondità. L’attività è resa particolarmente difficile e lenta a causa della profondità del fondale sul quale si è adagiato lo yacht, che si presume abbia portato con sé le sei persone che risultano tutt’ora disperse. Inutili sono state tutte le ricerche effettuate ieri e oggi dagli elicotteri e dai mezzi navali della Capitaneria di porto, nella speranza che fossero in superficie, magari aggrappate a relitti, scampate al disastro.
Dalle interviste rilasciate dai sub intervenuti sul posto, abbiamo appreso che la nave da diporto giace coricata su un lato e apparentemente integra, compreso il maestoso albero da 75 metri che dai racconti concitati delle prime ore era stato dato per spezzato. Si era anche immaginato che proprio il disalberamento avesse potuto essere la causa di un cedimento strutturale dello scafo, ma evidentemente non è andata così.
Poco fa sono comparse in rete le immagini riprese da una telecamera di sicurezza di una villa che sta affacciata proprio di fronte al tratto di mare dove il Perini Bayesian era ancorato. Riprendono prima nitidamente lo yacht ancorato e stabile nel momento in cui arriva la tempesta, poi i suoi contorni si mischiano alla pioggia fino a quando anche la luce in testa d’albero improvvisamente scompare nel nulla: tutto dura poco più di un minuto, agghiacciante.
Come detto anche nei precedenti aggiornamenti, proprio la profondità rende difficile l’opera dei sub dei Vigili del fuoco, unità speleologiche specializzate giunte sul luogo da diversi comandi italiani. La loro operatività sul relitto non può andare oltre i 10 minuti e la quantità di rottami presenti nello scafo, oltre al poco spazio che la scala di accesso offre ai sub con la loro attrezzatura, rende complesso raggiungere il ponte inferiore dove sono collocate sia la cabina armatoriale sia le suite ospiti dello yacht, divenute probabilmente delle trappole per i sei dispersi. In tutta la giornata di ieri sono state svolte cinque immersioni sul relitto, probabilmente oggi a fine giornata sarà qualcuna in più.
Viste le difficoltà di accesso, l’idea dei soccorritori pare sia quella di aprire un varco direttamente sullo scafo, provando a rompere una delle superfici vetrate di cui è dotata la barca ma anche questa non è un’operazione semplice. Si tratta di particolari vetri stratificati ultraresistenti, certificati come tali, realizzati per resistere a sollecitazioni tanto quanto le lamiere in alluminio con cui è stata costruita l’intera barca. Sarà difficile anche scalfirli.
Altra informazione degna di nota sta invece nel fatto che tranne lo chef di bordo, l’unico morto accertato del naufragio trovato fuori bordo, praticamente tutta la crew che al momento dell’affondamento del Bayesian era composta da 12 persone, è riuscita a mettersi in salvo. I loro alloggi sono tutti concentrati a prua dello scafo, con un accesso dedicato direttamente dal ponte, un particolare che probabilmente li ha aiutati a non rimanere intrappolati come gli altri.
Ai seguenti link i nostri precedenti articoli sul naufragio di Bayesian: